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Lorenzo OnderkaLettera aperta a Stefano Rizzi, Direttore della Divisione dell’economia

23.03.24 - 13:29
Lorenzo Onderka, Avanti con Ticino&Lavoro
Lorenzo Onderka
Fonte Lorenzo Onderka
Lettera aperta a Stefano Rizzi, Direttore della Divisione dell’economia
Lorenzo Onderka, Avanti con Ticino&Lavoro

PURA - Ho letto il Suo articolo apparso su TIO il 14.04.2024: più mi addentravo nella lettura, più mi accorgevo che – anziché una relazione sull’andamento della sua Divisione – mi trovavo davanti alla trascrizione dei discorsi elettorali pronunciati l’anno scorso dal direttore del Dipartimento per il quale Lei lavora.

Siamo francamente stufi delle solite vecchie narrazioni e credo sia giunto il momento di mostrare i fatti. Nel suo articolo sostiene che tra il 2010 e il 2020 in Ticino sono sati creati quasi 30'000 posti di lavoro. Potrebbe essere più specifico e indicare in quali settori sono stati creati questi posti di lavoro e in quale area geografica, specificando: -posti di lavoro andati a residenti e a non residenti; -salario medio per questi impieghi; -contratti full-time o part-time; - benefici per la società ticinese e per le finanze pubbliche; -ricadute dell’insediamento di tali aziende in termini di impatto ambientale e aumento della circolazione di veicoli. 30'000 posti di lavoro nuovi in una regione con popolazione stabile (o piuttosto in decrescita) fa sorgere qualche domanda.

Mi riesce difficile credere che siano stati tutti creati nell’innovazione, nelle scienze della vita, dell’informazione e della comunicazione. Se fosse così e se fossero impieghi ad alto valore aggiunto che richiedono “cervelli” da tutto il mondo, dovremmo avere fino a 30'000 residenti in più. Le risulta? Lei parla di investimenti importanti. Potrebbe indicare più precisamente: -di quale somma si tratta; -com’è stata impiegata; -chi ne sono stati i beneficiari, - persone fisiche o giuridiche (il nome e la proprietà); -obiettivo dell’investimento; - quali aree geografiche ne hanno beneficiato; -quali benefici sono attesi a livello economico, in termini di posti di lavoro per residenti e ricadute fiscali.

E, per favore, mettiamo da parte la legge sulla privacy: i soldi investiti appartengono ai cittadini, quindi chi ha beneficiato degli investimenti da Lei citati deve considerarci come una banca a cui ha chiesto dei finanziamenti e accettare la trasparenza. Lei dichiara che il salario mediano in Ticino è del 10% inferiore al salario mediano svizzero: beh, su questo punto Lei è stato appena smentito dallo stesso ente che Lei cita a sostegno della Sua affermazione. Riguardo a questa incongruenza gradiremmo ricevere chiarimenti da parte Sua. Intanto, basandomi sulla mia esperienza personale, le assicuro che il divario salariale reale è molto più ampio di quanto Lei e la SECO andate affermando, in particolare per la classe media.

Parlando di persona con persone residenti in Ticino e impiegate in aziende oltre Gottardo, si possono raccogliere testimonianze rappresentative della situazione reale. Chi, come me, fa il pendolare è in grado di provare, buste paga alla mano, come stanno davvero le cose. Questi dati si possono evincere anche dalle dichiarazioni fiscali. Facendolo, si accorgerà che la realtà è ben diversa da quella che mostrano le statistiche elaborate da uffici ovattati, a cui sembra mancare il coraggio di descrivere una situazione diversa da quella che vuole presentare il Dipartimento per cui lavora. Ci sono altri punti che Lei ha citato e che suscitano il risentimento della popolazione, come ad esempio le Sue dichiarazioni inerenti agli URC. Ha mai parlato con chi è in disoccupazione? Se non l’ha ancora fatto, si sporchi le mani, lo faccia, raccolga testimonianze in prima persona e avrà finalmente una visione della situazione corrispondente alla realtà!

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