I fratelli locarnesi ritornano sulla scena con il loro nuovo disco “Waiting for the Dawn” con un bell'omaggio ai Gotthard
LOCARNO - Un nuovo tassello nel percorso rock dei Sinplus, questo “Waiting for the Dawn” da poco disponibile su tutte le piattaforme streaming: «siamo in un momento particolarmente ispirato e artisticamente molto felice», ci conferma Gabriel Broggini, una delle due metà del gruppo che condivide con il fratello Ivan.
«Scriviamo musica sia quando sia quando siamo a casa che quando siamo in tour. Il bello è che non ci mettiamo più alcuna pressione. Le prime persone a cui devono piacere le nostre canzoni siamo noi. Il processo è sempre lo stesso: chitarre, carta e penna e qualche birra…», ride.
Il disco è un viaggio davvero da cento sfumature... di rock&roll.
Sì, direi che questa definizione ci sta tutta! Diciamo che ci sono varie influenze, com’è normale che sia, ogni musicista è figlio della musica che ha ascoltato. Quello che però ritorna nelle nostre sfumature è l’essenzialità. Oggi con un computer potresti produrre una canzone senza neanche suonare uno strumento e peggio ancora senza saper cantare, aggiungendo milioni di tracce. Noi abbiamo preso la direzione opposta. Il tutto gira attorno a una batteria, un basso, le chitarre e una voce. Sono canzoni concepite per spaccare nel live e non vediamo l’ora suonarle!
Quali sono state le influenze per questi brani? Come avete lavorato per amalgamare voci e chitarre?
Elencare le varie influenze diventa difficile, anche perché negli anni abbiamo trovato un nostro stile di fare rock…Posso solo dirti che ultimamente abbiamo ascoltato tanto Beck, i Joy Division, i Black Keys o gruppi nuovi come i Blue Stones (che abbiamo aperto a Zurigo lo scorso aprile). Ogni canzone ha la sua direzione… “Dark Horse Running” è quella un po’ più diretta e distorta, “Wildflower” è quella più tribale, “Waiting For The dawn” è più melodica e sognante, “Not Afraid” è la più ipnotica…mentre la cover dei Gotthard “Need To Believe” è semplicemente i Gotthard in salsa Sinplus. Per quanto riguarda l’amalgamare voce e chitarra, siamo fratelli…è una cosa naturale.
Non si può non parlare dell'hommage ai Gotthard “Need to Belive”, come mai questa scelta?
Abbiamo pubblicato questa cover per omaggiare i loro 30 anni di carriera. Inutile nascondere che per noi sono un grande esempio.
Ai loro inizi nessuno avrebbe scommesso sul loro successo….e invece, hanno fatto una carriera straordinaria.
Leo Leoni inoltre ci ha dato preziosi consigli. A ottobre ci è stato chiesto di scegliere e ri-arrangiare una loro canzone per una trasmissione televisiva… “Need To Believe” ci è subito sembrata la canzone giusta, sia a livello melodico che soprattutto di testo.
Måneskin a parte, il rock non sembra proprio stare benissimo di questi tempi. Domanda provocatoria: pensate di appender anche voi le chitarre al chiodo e cercare altri suoni?
Se ci basiamo su quello che passano sulle radio mainstream, in cui troviamo tanta musica usa e getta, forse si, non se la passa benissimo. Ricordiamoci però che la musica che riempie gli stadi è sempre il rock&roll.