LUGANONon siamo tutti uguali!

LUGANO - A dei bambini abbiamo raccontato una storia: c’era una volta un mondo fatto da persone diverse. Era il pianeta delle figure geometriche. Lì abitavano i quadrati, i cerchi, i triangoli e i trapezi. Gli architetti erano tutti a forma di cerchio e costruivano le porte delle scuole, degli ospedali e della case solo a forma di cerchio. I quadrati, i triangoli e i trapezi non riuscivano a entrare. Non potevano quindi studiare, giocare e vivere con gli altri. Come fare? «Tagliamoli tutti a forma di cerchio!» Rispose un bambino. Allora, abbiamo preso le forbici e mentre i bambini si immaginavano che avremmo tagliato braccia e gambe ai cerchi o ai trapezi, si misero a urlare: «Nooo, alt! Fa male!» E allora come fare?
Subito un altro bambino trovò una soluzione più interessante: «Costruiamo delle porte dalle quali possono passare tutti!» Ecco! Quando parliamo di inclusione sociale, intendiamo proprio questo. Non si tratta più solo di cercare di “modificare” coloro che non corrispondono ad una normalità. Non solo guarire e riabilitare per avvicinarsi il più possibile ad uno standard. Si chiede anche allo spazio sociale – composto da barriere architettoniche, oggetti, macchine, ma anche da persone e dunque pensieri – di essere accogliente per tutti, di essere capace di inventare soluzioni adatte e adattabili alle varie differenze, in modo da permettere a chiunque di esistere e di partecipare alla vita, così com’è.
L’inclusione è un percorso, una relazione e accade quando una persona, con le sue diversità, è accolta in uno spazio sociale comune. Un duplice incontro: la persona che si mette in gioco dentro questo spazio e l’ambiente al quale è richiesta una trasformazione per poter essere adeguato per tutti. Non importa se si è rotondi, o quadrati.

• Un libro per bambini consigliato per parlare di diversità e inclusione: Quatre petits coins de rien du tout, di Jérôme Ruillier