Il numero uno del cioccolato paga il caso di salmonella scoppiato in fabbrica.
ZURIGO - Nell'esercizio 2021/22, chiuso a fine agosto, il gruppo zurighese Barry Callebaut ha aumentato le vendite in termini di volume. Tuttavia l'utile operativo del numero uno mondiale del cioccolato è diminuito a causa del caso di salmonella scoppiato nella maggiore fabbrica al mondo.
L'azienda ha commercializzato complessivamente 2,3 milioni di tonnellate di cioccolato, il 5,3% in più dell'anno precedente. Tutte le regioni hanno contribuito alla crescita: l'Asia Pacifico con un +15,8%, le Americhe con un +6,4% ed Europa, Medio Oriente e Africa con un +4,3%. Il giro d'affari è salito del 12,3% a 8,1 miliardi di franchi (+14,6% in valute locali).
L'utile operativo Ebit è, per contro, sceso del 2,3% a 553,5 milioni. A pesare - per 77 milioni - è stata la chiusura dello stabilimento di Wieze, in Belgio, dopo il rilevamento di salmonella. Senza tale effetto risulta un Ebit ricorrente di 624,7 milioni di franchi, una progressione del 10,2%. Alla fine ne emerge un utile netto di 360,9 milioni (-6,1%); al netto degli effetti straordinari si tratta invece di un +11,4% a 428,5 milioni di franchi. Tutte le cifre sono superiori alle attese degli analisti contattati dall'agenzia Awp.
Barry Callebaut si considera ora sulla buona strada per raggiungere i suoi obiettivi a medio termine. Fino alla fine dell'esercizio 2022/23, quindi quello corrente, punta a una crescita media in termini di volume del 5-7% all'anno e a un incremento dell'Ebit a tassi di cambio costanti ancor superiore. Per l'esercizio concluso il consiglio d'amministrazione propone un dividendo invariato di 28 franchi per azione.