Il mercato americano rimane molto ambito a prescindere dall'esito delle elezioni: lo dice un sondaggio secondo cui il 98% non metterà in discussione i propri investimenti
ZURIGO - Indipendentemente dall'esito delle prossime elezioni presidenziali, gli Stati Uniti rimangono un mercato assai ambito dalla piccole e medie imprese (PMI) elvetiche: il 98% delle aziende interpellate nell'ambito di un sondaggio ritengono che le loro esportazioni negli Usa aumenteranno o perlomeno rimarranno stabili nei prossimi cinque anni.
La rivela Switzerland Global Enterprise (S-GE), l'ente di promozione economica all'estero della Confederazione, che insieme a Credit Suisse ha oggi pubblicato una panoramica sulla prospettiva dell'export delle PMI relativa al quarto trimestre.
Gli economisti di Credit Suisse prevedono una crescita solida per l'economia americana: il prodotto interno lordo dovrebbe aumentare dell'1,5% quest'anno e del 2% l'anno prossimo, grazie alla spesa per i consumi.
Il sondaggio S-GE riflette in una certa misura questo orientamento: il 43% delle società interrogate prevede di vendere di più oltre oceano, mentre il 55% si aspetta un export stabile. Riguardo agli ostacoli previsti, il 40% cita quelli amministrativi e giuridici, il 32% la rete locale insufficiente e il 29% la debole competitività dei prodotti in materia di prezzo. Per far fronte alle difficoltà il 50% del campione prevede di sviluppare la rete di distribuzione, il 20% adeguerà il prezzi e il 19% adatterà i prodotti.
Riguardo all'accordo di libero scambio Ue-Usa le opinioni sono divergenti: il 24% ritiene probabile un successo dei negoziati, il 33% scommette su un insuccesso e il 43% è incerto. Nell'ipotesi che il TTIP divenga operativo il 49% ritiene che la Svizzera dovrebbe aderire all'intesa, il 21% è contrario e il 30% non si esprime.
Il barometro delle esportazioni di Credit Suisse, che illustra la domanda di prodotti svizzeri nei principali mercati dell'export elvetico, si attesta attualmente a 1,04, un dato leggermente superiore alla progressione di lungo termine, pari a 1. La soglia di crescita è uguale a 0. Nel trimestre precedente l'indicatore aveva un valore di 1,13. Impulsi positivi sono previsti nell'Eurozona, in special modo in Germania, nonché negli Usa e in Gran Bretagna.
Le attese riguardo all'export delle PMI hanno raggiunto nel quarto trimestre 63,6 punti, contro 61,3 punti nei tre mesi precedenti. L'indice è quindi a un livello ben superiore alla soglia di crescita (fissata a 50) e si avvicina al valore migliore degli ultimi due anni, i 65,4 punti registrati a inizio 2015.
Nel corso dei prossimi sei mesi il 90% delle PMI intervistate da S-GE intende esportare in Europa: la destinazione numero uno rimane la Germania, citata dall'83% del campione. Seguono Francia (53%), Austria (52%) e Italia (44%). Il 55% punta all'Asia e il 35% alla Cina. L'Iran appare molto promettente: viene indicato dal 15% degli interrogati. Il 50% cita il Nordamerica e il 21% il Sudamerica.