Secondo un attivista per i diritti civili l'oppositore sarebbe stato tenuto per ore al freddo e poi eliminato con una tecnica del KGB
MOSCA - Alexei Navalny potrebbe essere stato ucciso con un pugno al cuore dopo essere stato esposto a temperature gelide per parecchie ore. A dichiararlo al quotidiano britannico Times è stato Vladimir Osechkin, fondatore del gruppo per i diritti umani Gulagu.net.
Navalny sarebbe stato costretto a passare oltre due ore e mezza, da solo, in uno spazio d'isolamento all'aperto. Osechkin, a sostegno delle proprie affermazioni, cita una fonte nella colonia penale oltre il Circolo polare artico dove Navalny era rinchiuso e dove è avvenuto il decesso. In questo periodo dell'anno le temperature nell'area possono scendere fino a -27 gradi centigradi. Non si tratta di una procedura standard: solitamente i detenuti non possono passare più di un'ora al freddo, proprio a causa dei rischi per la salute.
I segni che sarebbero stati riscontrati sul corpo dell'oppositore del presidente russo Vladimir Putin sarebbero compatibili con questa tecnica, in uso presso il servizio segreto dell'Unione Sovietica (il famigerato KGB). «È un vecchio metodo delle forze speciali» ha spiegato Osechkin. «Hanno allenato i loro agenti operativi a uccidere un individuo con un singolo pugno al cuore, nel centro del corpo. È un marchio di fabbrica del KGB».
L'esposizione prolungata alle basse temperature sarebbe stata finalizzata a indebolire all'estremo il corpo di Navalny. «Dopo è molto facile uccidere qualcuno, nel giro di secondi, se l'agente ha sufficiente esperienza». Osechkin conclude citando ex detenuti di strutture simili, che affermano che non sarebbe la prima volta in cui un prigioniero viene ucciso seguendo questa pratica.