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GiapponeUomo si dà fuoco davanti alla residenza del premier giapponese

21.09.22 - 07:25
Il gesto per esprimere contrarietà ai funerali di Stato per l'ex primo ministro Shinzo Abe
Foto Reuters
Fonte ATS
Uomo si dà fuoco davanti alla residenza del premier giapponese
Il gesto per esprimere contrarietà ai funerali di Stato per l'ex primo ministro Shinzo Abe

TOKYO - Un uomo si è dato fuoco davanti alla residenza ufficiale del primo ministro Fumio Kishida nelle prime ore di stamani, ed è stato portato in ospedale privo di conoscenza.

Lo riferiscono i media locali, spiegando che l'uomo - di cui non si conoscono al momento le generalità - prima di compiere il gesto aveva detto alla polizia di essere contrario ai funerali di Stato organizzati per l'ex premier Shinzo Abe, assassinato a inizio luglio nella città di Nara durante un comizio elettorale.

La cerimonia di Stato voluta dall'attuale premier Kishida, prevista per il 27 settembre, è fortemente contestata da una parte dell'opinione pubblica del paese, che vede Abe come una figura divisiva per le sue politiche considerate nazionalistiche, e il fautore di un revisionismo che ha portato ad un crescente aumento delle spese militari nel corso dei suoi due mandati, danneggiando le relazioni con i paesi vicini, in primis Cina e Corea del Sud.

Preoccupano inoltre i costi sostenuti per l'organizzazione della cerimonia, stimati in circa 1,66 miliardi di yen (poco più di 11 milioni di franchi), con rappresentanti di 160 nazioni previsti. In un recente sondaggio dell'Agenzia Kyodo il 60,8% della popolazione giudica la cerimonia inappropriata.

Abe è stato il premier giapponese più longevo di sempre, con i suoi 8 anni e 8 mesi distribuiti su due mandati, il primo, più breve, tra il 2006 e il 2007, e successivamente tra il dicembre 2012 e il settembre 2020.

È stato assassinato per mano del 41enne Tetsuya Yamagami, un ex membro delle Forze di autodifesa, con l'ausilio di una pistola artigianale. L'attentatore ha detto di nutrire risentimento nei confronti dell'ex premier per i suoi legami con la Chiesa dell'Unificazione, un'organizzazione religiosa con diversi milioni di credenti tra Corea del Sud, Giappone e Stati Uniti, a cui apparteneva anche la madre di Yamagami, causando seri problemi economici alla sua famiglia.

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