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Uomini abusati sessualmente: la Francia scopre il #Metoo al maschile

L'hashtag che lancia un movimento guidato dagli uomini per denunciare la violenza sessuale. Si fa avanti l'attore francese Aurèlien Wiik.
L'hashtag che lancia un movimento guidato dagli uomini per denunciare la violenza sessuale. Si fa avanti l'attore francese Aurèlien Wiik.

«Avevo undici anni. Dai miei undici anni ai miei quindici anni, sono stato abusato dal mio agente e da altri membri del mio entourage. Ho presentato denuncia compiuti i sedici anni perché lo stesso veniva fatto ad altri».

In un drammatico post condiviso sul proprio profilo Instagram giovedì 22 febbraio, il giorno prima della consegna dei prestigiosi premi Cèsar, l'attore francese Aurèlien Wiik ha raccontato delle violenze sessuali subite da ragazzino, lanciando l'hastag #MetooGarçons, con un chiaro riferimento al movimento di protesta che, dall'ottobre 2017, in occasione delle denunce di stupro a carico del produttore cinematografico Harvey Weinstein, ha invitato le donne di tutto il mondo a denunciare pubblicamente le molestie, gli abusi e le violenze sessuali subite.

IMAGO / PanoramiCL'attore francese Aurèlien Wiik

L'ispirazione e il proprio vissuto - L'attore, noto soprattutto per il ruolo del detective privato Gaspard Morin nella serie Munch, ha dichiarato di essere stato ispirato dall'attrice Judith Godrèche che, in occasione di una intervista rilasciato al quotidiano Le Monde, ha denunciato le violenze sessuali subite dal registra Benoît Jacquot quando era appena quattordicenne.

Quanto affermato da Godrèche ha colpito molto l'opinione pubblica francese perché l'attrice e il regista, di quindici anni più vecchio, si erano conosciuti nel 1986 sul set del film Les Mendiants e avevano intrecciato una relazione amorosa durata fino al 1992.

La storia tra i due personaggi pubblici è sempre stata vissuta alla luce del sole, e con la benedizione dei genitori della giovane attrice che, oggi, accusa il regista, definito come “un uomo perverso”, di «aver commesso una violenza a danni di minore abusando della propria posizione di autorità».

Ruoli in cambio di favori - Nella propria denuncia pubblica, Aurèlien Wiik, ha raccontato le violenze sessuali subite da parte di Maurice Ripaux, noto come Christian Nohel, che è stato condannato proprio a seguito della denuncia sporta dall'attore quando aveva appena sedici anni, ma anche gli abusi subiti da persone che volevano rinchiuderlo in bagno o drogarlo per poi poterne abusare sessualmente.

«Dire loro che avevo mandato qualcuno in prigione li calmava - confessa l'attore - ma altri insistevano. Fino ai miei venticinque anni mi sono stati offerti diversi ruoli, droga, in cambio di favori. Una donna mi ha drogato una sera, mi sono svegliato e lei era su di me. La mia unica MST, infezione sessualmente trasmessa, è frutto di uno stupro».

Per l'attore «si può guarire, rinascere, avere la vita che si vuole a condizione di parlare, condividere, lamentarsi. Che il dolore cambi le cose», ed ha invitato tutti coloro che sono stati abusati e molestati a denunciare quanto subito perché, come detto da Wiik stesso «trema, il tuo turno arriverà. Sai chi sei. I ragazzi del cinema si svegliano».

IMAGO / ABACAPRESSIl deputato di La France Insoumise Andy Kerbrat

Il movimento si fa avanti in Francia - Come ricordato da Le Figaro, Stèphane Gaillard, direttore di casting, ha voluto farsi portavoce dell'appello rivolto “ai ragazzi del cinema” creando un indirizzo mail al quale le persone potranno scrivere, in assoluto anonimato, le proprie traumatiche esperienze.

L'appello lanciato da Wiik è stato raccolto anche da moltissimi uomini estranei al mondo del cinema che, specialmente sui social network, hanno deciso di raccontare gli abusi subiti.

Le tante testimonianze raccolte con l'hastag #MetooGarçons sono drammatiche, e raccontano di violenze subite in tenera età, chi dal fratello, «quando avevo undici anni mio fratello maggiore mi chiese di fargli del sesso orale», chi dal medico di famiglia, o ancora «da un cugino che vedevo ogni estate».

Tra i personaggi pubblici ad aver seguito l'esempio di Aurèlien Wiik vi è Andy Kerbrat, deputato di La France Insoumise, il partito di sinistra guidato da Jean-Luc Mèlenchon, che ha raccontato su X di aver subito abusi all'età di tre o quattro anni «da un predatore, che è morto quindi senza possibilità di avere giustizia», e ha invitato le persone a denunciare perché «la gente ti crede e ti ama, come è stato nel mio caso grazie ai miei genitori. Otterrai grandi cose, quindi continua a esprimerti. Se puoi, vai in tribunale».

Anche Kevin Vacher, attivista e sociologo marsigliese, ha denunciato, in un post pubblicato su Mediapart, il fatto di essere stato violentato quando aveva sedici anni, ammettendo di aver trovato il coraggio di parlare di questo episodio della sua vita proprio grazie alla diffusione del #MetooGarçons.

IMAGO / NurPhoto

Una presa di coscienza - Questo movimento di denuncia al maschile, per così dire, si sta rivelando una importante presa di coscienza sul fatto che la violenza sessuale perpetrata a danno del sesso maschile sia diffusa più di quanto si pensi, anche se la violenza sessuale a danno delle donne rimane ampiamente più diffusa.

Secondo l'indagine 'Virage', Violences et rapports de genre, realizzata nel 2015 dall'Istituto nazionale francese di studi demografi, esiste un grosso divario di genere relativo a questo fenomeno: mentre le donne che avevano dichiarato di essere state vittime di stupro erano 62 mila, gli uomini erano 2.700.

Infanzia e adolescenza a rischio - Inoltre, sempre secondo tale studio, mentre le donne rimangono potenziali vittime di violenza sessuale per tutta la loro vita, solitamente il 76% degli uomini sono vittime nella prima infanzia e nell'adolescenza e, nel 90% dei casi, gli aggressori sono esclusivamente uomini.

La minore diffusione di un problema, però, non ne attenua la gravità e il #Metoo francese ha ricevuto un notevole sostegno da parte di associazioni femministe, giornaliste ed enti che si occupano di questioni di genere che vedono in questa presa di coscienza da parte del genere maschile una grande occasione per minare, alle fondamenta, il sistema patriarcale corresponsabile di tali situazioni.

Lo stesso Vacher ha dichiarato che sarebbe un bene per gli uomini seguire la strada tracciata dal femminismo «per tradire il patriarcato, minare parte delle fondamenta, il silenzio e la lealtà tra uomini, per vederlo crollare davanti a noi».

IMAGO / Panthermedia

Rompere un tabù - E, in effetti, a seguito del successo del movimento di denuncia maschile francese, molti uomini stanno superando il tabù di affrontare argomenti così dolorosi che, un tempo, si preferivano nascondere o dimenticare, per non essere tacciati di debolezza o vigliaccheria.

Un enorme ostacolo alla denuncia delle violenze sessuali a danno degli uomini si può rintracciare in un errata e diffusa idea di virilità che mal si coniuga con il rifiuto di un rapporto sessuale non consensuale.

Come spiegato dalla filosofa Olivia Gazalè su Philosophie Magazine «se consideriamo che il corpo dell'uomo sia un pozzo senza fondo, e alla continua ricerca di una forma di soddisfazione sessuale quasi animale, non possiamo concepire che ci sia stata violenza sessuale commessa su un uomo, che avrebbe rifiutato di acconsentire a un proprio impulso».

Tuttavia, secondo Gazalè proprio le numerose denunce di violenze sessuali da parte degli uomini testimoniano il fatto che il desiderio maschile, così come quello femminile, non può essere ridotto al soddisfacimento di un mero istinto, ma si articola in maniera più complessa e articolata.

Come riferito da Emmanuelle Piet, dottoressa e presidente del Collectif Fèministe Contre le Viol, nell'edizione francese dell'Huffington Post, «abbiamo avuto il 20% di chiamate da ragazzi sulla linea di ascolto della Ciivise (…) C'è una mancanza di spazio per gli uomini per parlare. Ma quando diventa possibile, chiamano».

IMAGO / Hans Lucas

Stereotipi di genere - Secondo la psichiatra Muriel Salmona, presidente dell'Associazione Mèmoire Traumatique et Victimologie, contattata da Le HuffPost, le ragioni per le quali gli uomini faticano ad aprirsi su questioni del genere, oltre al fatto che fino a ora i movimenti di sensibilizzazione contro le violenze sessuali sono stati quasi esclusivamente femminili, deriva «da stereotipi di genere e al condizionamento sociale specifico».

Per alcuni uomini essere una vittima è la cosa peggiore. Gli uomini dovrebbero essere forti e sapersi difendere. Non corrisponde affatto all'immagine di forza e superiorità che alcuni voglio dare».

Per la psichiatra Salmona, «la mancanza di associazioni specifiche» per i ragazzi vittime di violenza sessuale aggrava il sentimento di solitudine e disperazione che la vittima prova dopo l'aggressione, e aumenta la frustrazione di non sapere a chi poter confidare la propria pena.

Universalizzare per un sostegno reciproco - Sia per la dottoressa Salmona, per la quale «bisogna universalizzare il concetto di violenza sessuale», sia per la dottoressa Piet, per la quale «non bisogna parlare delle vittime come persone deboli», la vera chiave di svolta è quella di trasmettere il concetto che uomini e donne vittime di abusi e violenze sessuali possano contare sul sostegno reciproco.

Poter parlare di violenza sessuale come di un dramma che accomuna donne e uomini sarebbe una svolta storica, non solo per le vittime di stupro, ma per la società civile tutta.


Appendice 1

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