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ATTUALITÀQuando l'estorsione sessuale corre sulla linea del telefono

28.12.22 - 06:30
Il fenomeno dei ricatti per foto osé condivise via smartphone è esploso negli Stati Uniti e ormai è una realtà globale.
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Quando l'estorsione sessuale corre sulla linea del telefono
Il fenomeno dei ricatti per foto osé condivise via smartphone è esploso negli Stati Uniti e ormai è una realtà globale.

NEW YORK - La condivisione è diventata un processo irrinunciabile della nostra società. Momenti di vita, viaggi, pietanze diventano foto e video giornalmente condivisi attraverso i social e le varie piattaforme, in forma pubblica o privata, in un gruppo o a un amico. Un qualcosa d'incontrollabile che spesso si traduce in pieghe spiacevoli, a volte criminose. È il caso del sextorsion, un fenomeno sempre più diffuso, soprattutto da quando, per via dei lockdown, sono diventate più fitte e frequenti le interazioni online.

Se il ricatto si fa intimo

Quando queste frequentazioni virtuali diventano più confidenziali, può capitare di condividere, in un modo o nell’altro, foto e filmati intimi. Se dall’altra parte il nostro interlocutore è un malfattore scatta il ricatto, la richiesta estorsiva. Denaro in cambio della promessa di non divulgare in rete, pubblicamente, quel materiale così intimo. Un circolo vizioso che fa sentire la vittima due volte ingenua e colpevole. Calli Tzani, docente di Psicologia Investigativa all’Università di Huddersfield, ha studiato il fenomeno, e su The Coversation, spiega che, per indurre la vittima a fidarsi di loro, gli autori di sextorsion «in molti casi invieranno una foto di se stessi o di qualcun altro». Poi, «man mano che diventano figure sempre più “reali" per la vittima, aumentano le loro richieste di foto o video sessualmente espliciti».

Caduti nella rete sul web

Dopo che la vittima cade nella rete, scatta l'estorsione vera e propria, ovvero la richiesta di denaro, secondo il solito prevedibile copione: «Se non mi dai quanto chiedo, invio video e chat ai tuoi contatti, ai tuoi amici e ai tuoi parenti» Le vittime, intrappolate tra la vergogna e la paura che le immagini intime possano essere viste dai loro contatti, tendono a tenere tutto per sé, a non confidarsi con nessuno.

Un fenomeno nato negli Usa che però si sta espandendo anche all’Europa e che vede vittime sempre più gli adolescenti. A esserne coinvolti sono soprattutto i minori, nella fascia di età compresa tra i 15 e i 17 anni. Dietro questo fenomeno si nascondono spesso veri e propri criminali che sanno come muoversi nel cyberspazio. I social media sono l'esca perfetta per adescare i minorenni, dal momento che questi ultimi passano gran parte del loro tempo connessi e che si prestano perfettamente a esplorare e assecondare la loro curiosità sessuale.

L'allarme arriva dall'FBI

Negli USA quest’anno sono stati recensiti oltre 7'000 casi, per un totale di 3'000 vittime, in gran parte ragazzi. Nel 2021 ci sono stati più di 18'000 denunce con estorsioni pari a circa 13 milioni di dollari. Un fenomeno sottostimato quello del ricatto sessuale tra gli adolescenti, proprio perché la denuncia impone ai ragazzi di rivelare ai genitori che, a volte appare, più doloroso delle minacce dell’estorsione.

E non mancherebbero, secondo l’FBI, i casi di ragazzi che sommersi dalla vergogna, chiusi in una spirale senza apparente via d’uscita, abbiano compiuto l’insano gesto del suicidio. Proprio negli Stati Uniti lo scorso febbraio, Ryan Last, 17enne studente e boyscout, si è tolto la vita in seguito a una bieca vicenda di sextorsion. Era stato adescato da una donna che aveva chiesto e ottenuto foto intime del ragazzo per poi ricattarlo chiedendo 5'000 dollari.

All’ennesima richiesta Ryan non ce l’ha fatta e nella notte, in casa, si è suicidato. «Il suo biglietto mostrava che era assolutamente terrorizzato. Nessun ragazzo dovrebbe essere così spaventato» ha raccontato in lacrime alla CNN l’ignara madre.

Sextortion, come prevenirla e come reagire

Si dividono fra prevenzione e azione i consigli della Prevenzione svizzera della criminalità (Skppsc) per quanto riguarda le estorsioni web a carattere sessuale. Come spesso capita quando c'è di mezzo il mondo dei social e della rete, la parola chiave è prudenza: non accettare richieste d'amicizia da sconosciuti o da persone che non potete “inquadrare” nel contesto del reale. Fate attenzione a quello che passa dalla vostra webcam, e ricordate che tutto quello che passa per una videochat può essere registrato. In caso si finisse nella rete del ricatto, mai soddisfare le richieste e tagliare subito i contatti con i ricattatori ma schedare tutti gli scambi così come i contatti, che potrebbero poi diventare materiale utile all'indagine in caso di denuncia. In caso di diffusione pubblica di materiale foto/video sui social, contattare subito le piattaforme per la rimozione. In ogni caso, parlarne di quanto succeduto a una persona di fiducia e – se necessario – cercare aiuto, psicologico oppure da parte delle autorità, al posto polizia più vicino.

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