Chiusi tutti i servizi e le industrie non essenziali. Critiche: «Il settore privato non avrebbe dovuto chiudere».
TEL AVIV - Durante la notte il governo israeliano ha approvato nuove misure di confinamento per far fronte alla pandemia di Covid-19 ancora più rigide rispetto a quelle già in atto. Le restrizioni entreranno in vigore da domani (venerdì) e saranno valide fino all'11 ottobre, alla fine della serie di festività ebraiche che scandiscono queste settimane.
Tra i provvedimenti figura la chiusura di tutti i servizi e le fabbriche non essenziali, una misura che non ha precedenti nemmeno in marzo-aprile. Sono inoltre vietate le manifestazioni con più di 20 persone e non è comunque possibile prendere parte a eventi che si svolgano a più di un chilometro dal proprio domicilio. Le sinagoghe verranno aperte solo per le cerimonie dello Yom Kippur. Resteranno aperti solo i supermercati, le farmacie e alcune industrie essenziali. Ora tocca alla Knesset approvare il pacchetto di misure.
«Il settore privato non avrebbe dovuto chiudere. Ciò che viene proposto qui ora non ha precedenti nel mondo, nessun Paese ha disposto misure simili», ha dichiarato il ministro delle Finanze israeliano Israel Katz, che con il "mister coronavirus" locale Ronni Gamzu e il governatore della banca centrale si opponeva a nuove restrizioni. «Questa proposta non assomiglia per niente a quella di marzo-aprile, quando abbiamo vissuto il secondo più rigido confinamento al mondo e gravi danni all'economia», ha aggiunto come riporta Ynet News.
Dall'inizio della pandemia di Covid-19, in Israele si sono registrati 204'690 casi confermati di positività al SARS-CoV-2. I decessi nel Paese di poco più di 9 milioni di abitanti sono stati 1'325. Nelle ultime due settimane i nuovi contagi si aggirano tra le 2'000 e le 6'000 unità. Secondo i dati della Johns Hopkins University, mercoledì si è toccato un picco di 11'316 nuovi casi giornalieri.