A processo, il suprematista bianco è rimasto impassibile davanti ai familiari delle vittime.
CHRISTCHURCH - Brenton Tarrant, il suprematista bianco australiano che lo scorso anno uccise 51 persone aprendo il fuoco in due moschee a Christchurch, in Nuova Zelanda, voleva attaccare un terzo luogo di culto islamico e incendiarlo per poter fare «più vittime possibile». Lo ha riferito la procura neozelandese durante la prima delle udienze in cui si dovrà decidere la pena da infliggere al terrorista.
Tarrant è rimasto impassibile mentre i superstiti e i familiari delle vittime della strage raccontavano commossi la loro drammatica esperienza in aula. La procura ha parlato del piano stragista dell'uomo, pianificato meticolosamente, mentre per la prima volta sopravvissuti e familiari lo potevano guardare in faccia.
I presenti hanno ascoltato come Tarrant sparò su uomini, donne e bambini, ignorando le richieste di aiuto e passando con la sua auto su un cadavere mentre si muoveva da una moschea all'altra per continuare a uccidere. Mucaud Ibrahim, tre anni, si aggrappò alla gamba del padre: Tarrant lo uccise mirando con cura, con due colpi, è stato raccontato in tribunale.
L'assassino si è dichiarato colpevole di tutti i capi di accusa. È probabile che la pena sia l'ergastolo senza possibilità di sconti, la prima volta che una condanna del genere verrà inflitta in Nuova Zelanda.