Girato in soli sette giorni in una Los Angeles resa più difficile da una polizia troppo attenta ai permessi, il film molto low cost in concorso al festival mostra tutto il possibile in quanto a scene hard. E, soprattutto, dà il meglio di sè in quanto ad amplessi davvero contro-natura perché il protagonista, uno zombie alieno muscolosissimo e con tatuaggio sulla testa a forma di scalpo (proprio come Francois Sagat, la star del porno gay che lo interpreta) appena uscito dall'oceano comincia subito la sua singolare missione: quella di riportare in vita tutti i cadaveri che incontra utilizzando il suo enorme sesso (a forma di uncino) da collocare con passione nelle ferite dei morti.
"Tutta la pornografia è arte", ha detto oggi Bruce LaBruce, (nome d'arte di Bryan Bruce) scrittore, regista, fotografo e sceneggiatore canadese gay, in conferenza stampa a Locarno. E ancora dal regista, che vede nel protagonista della sua opera aspetti cristologici, una consapevolezza: "non faccio film per nessuno in particolare, anche se questo 'L.A. Zombie' si può considerare l'anti 'Saw' (la serie horror, Ndr) che è un torture porn, mentre il sesso nella mia pellicola non è usato per uccidere, ma per dare la vita".