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Aids: Onu; sipario su vertice senza impegni finanziari

Aids: Onu; sipario su vertice senza impegni finanziari
NEW YORK - Il documento finale dell'Onu sull'Aids, sostenuto anche dalla Svizzera, ha appoggiato l'obiettivo di una triplicazione dei fondi per combattere l'epidemia ma non è riuscito a trovare un accordo su impegni concreti dei singoli paesi e...

NEW YORK - Il documento finale dell'Onu sull'Aids, sostenuto anche dalla Svizzera, ha appoggiato l'obiettivo di una triplicazione dei fondi per combattere l'epidemia ma non è riuscito a trovare un accordo su impegni concreti dei singoli paesi e un calendario per l'arrivo dei contributi. Hanno partecipato al vertice delegazioni di 151 paesi che ieri hanno battagliato fino a notte fonda per trovare un accordo sulla dichiarazione finale.

Il testo concordato adotta un linguaggio più forte rispetto al 2001 sulle donne e le adolescenti, che rappresentano - ha detto il segretario generale dell'Onu Kofi Annan - il nuovo volto dell'Aids. Ma la parte relativa alla necessità di responsabilizzare le teen-ager sulla loro salute sessuale non è risultata incisiva come avrebbero voluto molte delegazioni.

"È un buon documento di sostanza e di visione", ha detto ciononostante il presidente dell'assemblea generale Jan Eliasson mentre il direttore dell'Agenzia dell'Onu anti-Aids (Unaids) Peter Piot ha pronosticato che "servirà da base alla nuova fase degli sforzi nella lotta contro la malattia".

Il documento non è vincolante ma serve come linea guida per le politiche anti-Aids di molti governi. Prevede una triplicazione del fabbisogno dichiarato per combattere l'epidemia, dagli 8,3 miliardi attualmente spesi a 23 miliardi di dollari all'anno entro il 2010.

Le delegazioni si sono impegnate a cercare di assicurare risorse addizionali per garantire terapie universali per tutti i malati entro il 2010. Ma a differenza del 2001, gli impegni concreti e uno scadenzario per i finanziamenti non sono stati inseriti nel documento finale in linea con quanto aveva chiesto la rappresentanza americana.

Il documento contiene un riferimento alla necessità di includere i "gruppi vulnerabili" nei programmi di prevenzione (il riferimento è a gay, tossicodipendenti e prostitute). Ma come nel 2001 diplomatici islamici e di paesi latino-americano conservatori hanno ottenuto che questi gruppi non venissero indicati esplicitamente.

Nell'ultima giornata del vertice è intervenuta per gli Stati Uniti la First Lady Laura Bush che ha proposto all'Onu di indire una giornata mondiale del test anti-Aids modellato su una campagna americana analoga. "Nonostante i progressi della medicina, terapie salva-vita non raggiungono mai la gente che non sa di essere infetta", ha detto la First Lady.

Per la Svizzera ha partecipato al vertice Serge Chapatte, vicedirettore della Direzione per lo sviluppo e la cooperazione (DSC). La Confederazione è convinta che il modo migliore per fermare la diffusione dell'Hiv sia il rafforzamento delle basi legali; in particolare le donne e le ragazze vanno protette maggiormente, ha affermato Chapatte.

Studi condotti in Svizzera dimostrano che un'infezione su due riguarda persone che vivono in una relazione stabile. Per questo motivo fare affidamento sulla fedeltà e sulla fiducia non è raccomandabile. Chapatte ha chiesto investimenti per la ricerca e lo sviluppo di medicinali efficaci e di misure preventive. Il rappresentante elvetico ha inoltre sottolineato l'importante ruolo rivestito dai ragazzi e dagli uomini: in Svizzera la prevenzione non è più presa così sul serio come in passato.

ATS
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