Somalia: Mogadiscio; tiene il cessate il fuoco
MOGADISCIO - Tiene il cessate il fuoco proclamato da un gruppo di "saggi" ieri mattina a Mogadiscio, dopo che la capitale somala era stata sconvolta per sette giorni consecutivi dai peggiori combattimenti degli ultimi anni, che hanno causato almeno 150 morti ed un numero doppio di feriti. In maggioranza le vittime sono civili. Le parti in conflitto, peraltro, hanno accettato in linea di principio la tregua, e la rispettano, ma non hanno firmato alcuna intesa formale.
I signori della guerra, che hanno formato in febbraio l'Alleanza per il ripristino della pace e contro il terrorismo, fortemente sponsorizzata da Washington, chiedono agli avversari di abbandonare le parti della città conquistate in precedenza, e consegnare gli "stranieri" che combattono con loro: si tratterebbe di afghani e pakistani legati ad al Qaida.
Le milizie legate alle corti islamiche - su posizioni integraliste e sospettate di infiltrazioni terroristiche - non prendono neanche in considerazione questa proposta, ma dichiarano la disponibilità ad accettare il cessate il fuoco, aggiungendo che bisogna fermare la violenza, precisando però che non sono stati loro gli aggressori, ma gli aggrediti.
Stallo politico, dunque; ma dalla notte tra sabato e domenica scorsa le armi di fatto tacciono, e la popolazione, che era fuggita in massa dalle abitazioni, comincia a rientrarvi.




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