Servizio civile: occorre sfruttarne il potenziale, comitato
BERNA - L'enorme potenziale del servizio civile in Svizzera va sfruttato meglio, evitando che tanti giovani siano inutilmente dichiarati inabili al servizio. Ne è convinto il Comitato svizzero per il servizio civile, secondo cui occorre migliorare l'informazione - giudicata oggi carente - nelle giornate per i futuri coscritti e abolire l'esame di coscienza.
Nel corso dell'assemblea dei delegati svoltasi sabato a Berna, il Comitato ha preso atto delle ultime statistiche riguardanti l'ammissione e l'esecuzione del servizio civile appena pubblicate dall'amministrazione, si legge in un comunicato odierno. I presenti si sono detti dispiaciuti per il calo delle domande registrato nel 2005 (1656; -8.25% rispetto all'anno prima), che fa seguito a quello segnalato nel 2004 (1801 domande; -7.7%). "Se questa tendenza dovesse proseguire, l'esistenza stessa del servizio civile sarebbe messa in discussione", afferma la nota.
Secondo il comitato l'evoluzione non è però dovuta a un calo di interesse dei giovani, quanto all'entrata in vigore del nuovo sistema di reclutamento legato ad Esercito XXI: esso ha fatto lievitare al 39% la quota di coloro che vengono dichiarati inabili al servizio, contro il 15%-20% riscontrato in precedenza. A questo proposito il comitato si dice "a conoscenza di casi dove dei giovani che hanno dichiarato durante il reclutamento di voler effettuare un servizio civile, sono stati giudicati inabili in modo arbitrario e contro la loro volontà", denuncia il comunicato.
Inoltre - sempre secondo il comitato per il servizio civile - le indicazioni sulla possibile alternativa al militare che vengono fornite durante le giornate informative per i futuri militi è da giudicare largamente insufficiente. "I pochi minuti che le sono consacrati non permettono ai giovani che non sono inclini a fare il soldato, di realizzare che esiste per loro un'alternativa alla via blu", sostiene il comitato.
Per porre rimedio a questa "situazione deplorevole per l'insieme della società svizzera", il Comitato chiede un netto miglioramento dell'informazione per i futuri coscritti, una riconsiderazione generale del modello dell'obbligo di servire in Svizzera che prenda in considerazione l'enorme potenziale del servizio civile e, infine, l'introduzione della cosiddetta prova dell'atto, con la rinuncia all'esame di coscienza.




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