Bush in Asia: Mongolia, Bush porta soldi Usa per forze armate
ULAN BATOR - "Sono venuto a dirvi: mentre costruite una società libera nel cuore dell'Asia Centrale, il popolo americano è con voi": il presidente degli Stati Uniti George W. Bush lo afferma nel discorso che fa a Ulan Bator, annunciando la concessione alla Mongolia di 11 milioni di dollari nell'ambito dell'Iniziativa solidarietà per i paesi alleati degli Usa nella guerra al terrorismo: "sono soldi essenziali - sostiene - per migliorare le vostre forze armate, così che possiamo lavorare insieme per la causa della pace e della libertà".
La Mongolia è l'ultima tappa del viaggio di otto giorni in Asia del presidente americano. In precedenza, Bush era stato in Giappone ed in Corea del Sud, dove ha partecipato al vertice dell'Apec, l'associazione per la cooperazione nell'Asia Pacifico, e in Cina.
Nel suo discorso nella sede del governo, Bush esalta la transizione verso la democrazia compiuta dalla Mongolia "dal comunismo alla liberta"', e ricorda he uno degli artefici della sconfitta del comunismo, 15 anni or sono è, oggi, premier: Tsahiagiyn Elbegdoj era, infatti, fra i giovani che, facendo uno sciopero della fame, misero in crisi il regime.
Il discorso si conclude con un incoraggiamento alla Mongolia a proseguire sulla strada delle riforme economiche, nell'imminenza dell'800esimo anniversario, l'anno prossimo, della fondazione della Nazione. "Oggi, Mongolia e Stati Uniti sono alleati come fratelli nelle causa della libertà. E se i paesi liberi restano uniti, né la forza della tirannia né quella del terrore ci spezzeranno".
Bush e la first lady Laura, che hanno lasciato Pechino intorno alle 10.00 locali, le 3.00 in Svizzera. Dopo la cerimonia di benvenuto, Bush ha avuto colloqui con il presidente Nambaryn Enkhbayar e con il premier Tsahiagiyn Elbegdorj. A conclusione del discorso il presidente e la first lady faranno una visita turistica a Ikh Tenger, il Grande Cielo, dove assisteranno a un evento culturale, prima di ripartire alle 16.45, le 09.45 in Svizzera, per Washington.




Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.
Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.
Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!