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Dal MondoSvizzera-diritti umani: critiche da Consiglio Europa su asilo, carceri e razzismo

08.06.05 - 13:18
Svizzera-diritti umani: critiche da Consiglio Europa su asilo, carceri e razzismo

STRASBURGO - La situazione relativa ai diritti umani in Svizzera è globalmente "molto buona", ma il rapporto del Consiglio d'Europa pubblicato oggi denuncia pecche in materia di asilo, razzismo e gestione delle carceri. Critiche anche per il penitenziario cantonale ticinese della Stampa. Il Consiglio federale prende atto del documento.

Il rapporto di 52 pagine segue la visita nella Confederazione dello scorso dicembre del commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa Alvaro Gil-Roblès.

Asilo

In materia di asilo, Gil-Roblès critica il rinvio immediato di alcuni richiedenti, non appena scesi dall'aereo. Questa pratica, denuncia, è contraria al diritto internazionale. Il commissario raccomanda in particolare che un testimone verifichi che il presunto rifugiato abbia la possibilità di inoltrare una domanda d'asilo al suo arrivo all'aeroporto prima di essere considerato "irricevibile" ("inad" in gergo).

Dal 1997, tra 5000 e 8000 domande sono state giudicate infondate e colpite da una non entrata in materia ("NEM"). Contrariamente a quanto avviene oggi, il rapporto suggerisce di non pronunciare una NEM quando il richiedente non abbia presentato i propri documenti entro 48 ore dopo la deposizione della domanda d'asilo. Il documento chiede pure che al candidato sia fornita assistenza giuridica e sociale nonché un traduttore. Il testo auspica inoltre un prolungamento dei termini per il ricorso contro una NEM.

Carceri

Oltre all'asilo, il rapporto insiste anche sui problemi a livello carcerario. Gil-Roblès deplora ad esempio la mancanza di guardie competenti per il trattamento di detenuti minorenni alla Stampa. Un altro problema acuto è la sovraffollamento carceraria in varie prigioni, tra cui quella di Champ-Dollon a Ginevra, dove il tasso d'occupazione ha raggiunto il 150 %.

Per risolvere queste due questioni, il commissario raccomanda l'istituzione di un mediatore federale e di funzioni simili nei Cantoni e nelle città. Gil-Roblès si è pure dichiarato in favore della creazione di un organismo nazionale indipendente sui diritti umani.

Razzismo

Il documento propone pure varie misure di lotta contro il razzismo e la xenofobia, in particolare nell'ambito della formazione dei poliziotti. Gil-Roblès si è detto "scioccato" da alcune testimonianze di maltrattamenti da parte di gendarmi e chiede la creazione di un'istanza per indagare su queste accuse.

Il commissario auspica pure che la Svizzera ratifichi la Convenzione del Consiglio d'Europa sulla tratta degli esseri umani. Il rapporto preconizza anche la creazione di più posti di stazionamento per gli zingari.

Aspetti istituzionali

Gil-Roblès intende seguire da vicino l'applicazione delle misure di internamento a vita per criminali pericolosi per verificarne la compatibilità con la Convenzione europea dei diritti dell'uomo (CEDU).

Tra le altre misure proposte, il rapporto evoca provvedimenti nell'ambito delle violenze domestiche, malgrado "sforzi significativi" degli ultimi anni.

Sottolinea poi la necessità di preservare l'indipendenza del Procuratore generale della Confederazione e del Tribunale federale. Le proposte di rafforzamento del controllo da parte del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) sul funzionamento del Ministero pubblico della Confederazione (MPC) suscitano preoccupazione.

Consiglio federale prende atto

Il Consiglio federale ha preso atto del rapporto, indica un comunicato diffuso dal DFGP. Il governo, pur ribadendo il suo impegno a favore dei diritti umani, rileva che "riguardo a taluni temi non vi è uniformità di vedute" con il commissario. L'esecutivo comunque "presterà alle osservazioni e alle critiche tutta l'attenzione che meritano". Il documento sarà trasmesso al parlamento e alle autorità federali e cantonali interessate.

Nella visita alla fine dell'anno scorso, Gil-Roblès aveva incontrato in particolare i consiglieri federali Micheline Calmy-Rey, Christoph Blocher e Pascal Couchepin, alcuni parlamentari e rappresentanti di organizzazioni non governative (ONG). Si era pure recato in Ticino, a Vaud, Ginevra, Zurigo e Vallese.

ATS
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