Leandro De Angelis, candidato al Gran Consiglio (lista 3), copresidente Giovani verdi liberali Ticino
Il Ticino si trova confrontato a delle sfide strutturali, prima tra tutte quella dell’invecchiamento. Secondo le previsioni, entro il 2050 il 34% dei ticinesi avrà più di 65 anni, contro il 21% attuale. Ciò è problematico per i conti pubblici e per il sistema sanitario, che non potranno reggere a un simile sviluppo. Una ragione dell’invecchiamento è che è diminuita la storica immigrazione dall’Italia. L’altra sfida strutturale è quella del frontalierato: gli Italiani non si trasferiscono più in Ticino, ma continuano a lavorarci come frontalieri e il risultato è che dumping salariale, traffico e inquinamento aumentano.
Per combattere questi problemi dobbiamo incentivare la domiciliazione in Ticino dei giovani frontalieri. È chiaro che per molti trasferirsi è proibitivo a causa dei costi, ma ci sono comunque migliaia di persone che hanno salari medio-alti ed è proprio a queste che dobbiamo puntare, in particolare alle giovani famiglie. Se riuscissimo a convincerne anche solo una piccola parte, potremmo allentare la pressione sul nostro Cantone. Abbasseremmo l’età media della popolazione, il che avrebbe ripercussioni positive sui costi della cassa malati. Decongestioneremmo le strade e diminuiremmo l’inquinamento, con effetti positivi sulla salute. Inoltre, ridurremmo la pressione sui salari e anche lo sfitto. Stabilendosi in Ticino, queste persone pagherebbero le loro imposte nel Cantone e sarebbero incentivate a spendere là dove abitano (affitto, spesa, shopping, …).
Per riuscirvi bisogna agire con misure in più ambiti. Sulla scia di quanto fanno alcuni Comuni alpini confrontati a cali demografici, si può pensare a degli incentivi finanziari, mentre per spingere i nuovi arrivati a usare i mezzi pubblici si potrebbe introdurre uno sconto del 50% sull’Arcobaleno per i primi due anni. Tali incentivi sarebbero ottenibili a condizione che si lavori da almeno 3 anni come frontalieri, si abbia meno di 45 anni e ci si impegni a risiedere in Ticino per 3, 4 o 5 anni, altrimenti il denaro va restituito. Oltre agli incentivi servirebbe una campagna pubblicitaria che evidenzi i vantaggi (soprattutto a livello di qualità di vita) di abitare in Ticino. Infine, bisognerebbe mettere a disposizione dei corsi per informare sul sistema fiscale, scolastico, assicurativo, pensionistico e sociale, in modo da facilitare l’arrivo e l’integrazione.
Molti risponderanno dicendo che bisogna piuttosto pensare a come fare rientrare gli studenti d’oltralpe una volta finiti gli studi. Questo tema va affrontato e infatti i giovani verdi liberali sono l’unico partito ad aver proposta una strategia (e non una singola misura) per il “come farlo”. Però bisogna riconoscere che far rientrare buona parte dei ticinesi oltralpe non basterà, perché la concorrenza di Zurigo e Losanna è fortissima e perché in ogni caso i numeri non sono sufficienti.
Frenare la spirale negativa nella quale ci troviamo è possibile, ma per riuscirci dobbiamo riconoscere la sfida demografica e agire di conseguenza, anche a livello di frontalierato. Ne va della sostenibilità del sistema-Ticino.