Tra i grandi nomi quello di Tommy Castro (mercoledì 2 agosto) e Thorbjørn Risager (giovedì 3 agosto)
MAGGIA - Dopo il successo delle serate di Cevio, il Vallemaggia Magic Blues si appresta ad arrivare al termine. Per l'occasione è stato preparato un finale con i fiocchi: nell'arco di due serate (mercoledì 2 e giovedì 3 agosto) si esibiranno grandi nomi della scena musicale blues, soul, jazz e gospel, a conferma dell'ottima offerta musicale del festival.
La prima serata di chiusura - Ad aprire le danze ci penserà la Lilly Martin Band. La sua carismatica cantante (Lilly Martin) è nata e cresciuta a New York e possiede «una delle voci più soul di tutta la Svizzera». Ha inoltre vinto lo Swiss Blues Award 2020.
Sarà poi il turno di Tommy Castro, autentica stella del blues a livello mondiale, a salire sul palco assieme ai suoi The Painkillers. Castro si è fatto influenzare da Albert King, Buddy Guy, Junior Wells e altri artisti blues dell'epoca d’oro. Gli organizzatori lo definiscono come un «gioiello da mettere nella bacheca del Magic Blues». Si tratterà sicuramente di uno degli eventi "top" della rassegna.
La seconda - A Marco Marchi e i suoi Mojo Workers ad allietare - per primi - la serata di giovedì. Il quintetto blues acustico è riuscito a ritagliarsi uno spazio di tutto rispetto nella scena blues europea. Assieme a Danilo Moccia (trombone) proporranno un repertorio blues, ragtime, early jazz e boogie dagli anni '20 agli anni '50. Vincitore dello Swiss Blues Challenge 2011 e del prestigioso Swiss Blues Award lo scorso anno, Marco Marchi e i Mojo Workers rappresentano una «ventata di aria fresca nel mondo del blues».
A chiudere in bellezza ci penserà il cantante e chitarrista danese Thorbjørn Risager e i suoi The Black Tornado. Thorbjørn si muove tra blues, R&B, rock, jazz e soul. Tra le sue influenze cita Ray Charles e B.B.King. La band deve il suo successo «alla coerenza, all’originalità della musica, alla forte amicizia tra i componenti, ma soprattutto alla voce di Thorbjørn, che ha scatenato i critici a fare ogni sorta di paragone con grandi musicisti del passato».