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TESTIMONIANZENoi, malati di anoressia

18.08.09 - 11:37
Princy Lust, Scene Queen del Ticino, affronta il problema dell’anoressia. Lo affronta in prima persona e raccontando la storia di un ragazzo e una ragazza, entrambi ticinesi. Entrambi alle prese con un profondo malessere che, come loro, colpisce molti giovani.
Keystone
Noi, malati di anoressia
Princy Lust, Scene Queen del Ticino, affronta il problema dell’anoressia. Lo affronta in prima persona e raccontando la storia di un ragazzo e una ragazza, entrambi ticinesi. Entrambi alle prese con un profondo malessere che, come loro, colpisce molti giovani.

Oscura presenza, l’anoressia -  Un’oscura presenza, che ti intrappola in un tuo mondo fatto di catene e buchi neri, questa era la sensazione che provavo ogni mattino di fronte ad un nuovo giorno. Essa era li presente accanto a me, che mi invitava ogni attimo a rinnegare la vita. Ti senti in trappola, cerchi spiegazione dentra di te fino a che sei ancora lucida con la mente, cercavo nei libri, in internet, ma leggevo solo fiumi di parole usciti da enciclopedie e perlopiù scritte da persone che l’anoressia nemmeno l’avevano incontrata, odiata e amata nel loro corpo; le uniche parole che davvero mi donavano speranza e conforto erano le testimonianze di ragazze come me, capivo che non ero sola in questo incubo, comprendevo che una via d’uscita esisteva, incontravo la soluzione sempre più giorno per giorno con l’aiuto di Dio della Sua Parola e quella del mio prossimo. Per questo ora non vi voglio esporre un’articolo scientifico sull’anoressia, ma lascio la parola a chi ha vissuto in questa gabbia di ghiaccio, a chi a saputo raccontarsi aprendo il suo cuore per poter sciogliere le sbarre di forse ora vive dietro ad esse.

Prima testimonianza - “Tutto ebbe inizio a 12 anni, voi vi direte accidenti così giovane??ebbene sì..
A 12 anni feci amicizia con un’amica che mai nessuno vorrebbe avere, un amica che mai avrei pensato entrasse con tanta facilità e che ancora oggi è dentro di me;il suo nome?Anoressia..
Beh un amica oggi molto conosciuta.. vorrei poter dire e raccontare tante cose ma ci vorrebbe troppo tempo..non voglio stare nemmeno qui a raccontare come ho fatto arrivare a pesare 29 kili..
Perché  nel mio caso non era una gara nel perdere il peso, non era seguire un mito di bellezza irraggiungibile, io volevo sparire… volevo che la gente si accorgesse di me, che la smettesse di giudicarmi per il mio essere e pormi, più dimagrivo e più avevo attenzioni…
Non era protagonismo, io avevo bisogno di tutte quelle attenzioni che mi erano state negate,, avevo bisogno della presenza e il calore dei miei genitori, avevo bisogno di sapere che loro c’erano per me..
Con questo non dico che loro siano stati genitori poco presenti,anzi io credo di avere dei  genitori stupendi; ma forse loro inconsciamente mi hanno riempito più di carezze materiali che di quelle umane..avrei preferito mille volte di più un abbraccio, un ti voglio bene sussurato che qlk soldo in più in tasca..
Credo di  aver passato e aver fatto vivere alla mia famiglia un periodo orrendo, ricordo il mio rifiuto di sedermi a tavola, il mio controllo morboso su tutto a che tutto fosse perfetto, i miei silenzi, le mie urla…il freddo…il gran freddo, sia al cuore che quello  fisico.
Il mio corpo era diventato come un fiore… ogni giorno che passava diventava sempre più fragile, e perdeva i suoi petali…mi stavo appassendo e spogliano di tutto ciò che di bello avevo..stavo distruggento la creatura che i miei genitori avevano creato..e mi sentivo forte perché avevo il potere su tutto,la mia fragilità era diventato il mio punto di forza.
La luce degli occhi.il tono della voce, i capelli..la voglia di vivere, ero entrato in un vortice senza ritorno…
Ricordo che ero alla fine.. gli scalini erano diventati il mio incubo,mi trascinavo a forza sentivo lo sguardo dei passanti nel vedermi cosi sofferente nel fare quei dieci scalini,ricordo la paura di non arrivare il giorno ,sentivo la fine al punto tale che ogni sera chiedevo a mia madre di dormire accanto a me, perché se al sorgere del sole i miei occhi erano chiusi,avrei voluto che quel fiore lo raccogliesse lei.
Ricordo accanto con dolcezza, lei che mi teneva la mano, che mi rimboccava la coperta,timorosa mi faceva caldo..ecco per un attimo vivevo tutto ciò che mi era stato mancato..quel calore umano tanto desiderato.
Se ci penso ancora ho i brividi , però ora sono qua a raccontarla e quello che voglio dire e di non scherzare con questa malattia, e non è assolutamente figo essere anoressico. E mi rivolgo a tutti coloro che danno un messaggio positivo sull’anoressia, a quanto siano mali informati, perché ne parlano come se fosse un mal di gola.
Pultroppo io sono come una piccola goccia nell’oceano e non è la mia voce che cambierà le cose,però sono convinto che goccia e più goccia riusciranno a equivalersi al lago..
Vorrei dire tante e tante altre cose..ma una pagina non basterebbe..
Quello che mi sento di dire e di non scherzare con la vita, perché io ne sto pagando ancora le conseguenze, noi siamo essere umani splendidi anche con i nostri piccoli difetti..e chi ci ama deve amare acnhe quelli…”

Seconda testimonianza - ”È stato il mio primo migliore amico ed è sparito come il mio peggior nemico; il suo nome era "specchio" colui che mi sussurrava alla mente giorno dopo giorno, la mia morte. Mi vedevo ormai solo pelle ed ossa, i miei muscoli tremavano di freddo nelle stagioni piu calde, i miei occhi ormai appannati mi gurardavano riflessa con un sentimento di pietà e consapevolezza che presto tutto quello sarebbe cessato. Tutto ebbe inizio con una semplice frase, "non ingrassare mai, così sei perfetta", vero mi sentivo fino a quel giorno perfetta, invece all'improvviso la paura di rovinare tutto mi mise sulla strada della morte. Dovevo fare riserva di vuoto, fare pulizia dentro e fuori me; sentire che almeno una cosa della mia vita la potevo controllare. Salivo sulla bilancia e ogni volta l'ago scendeva verso sinistra, in quei attimi mi sentivo realizzata, riuscita. Dicevo, "ecco la vera gioia"! Invece il bello divenne cadavere, il mio volto prese sempre piu le sembianze della morte. Ora sono sul mio letto, nella mia stanza, felice nel profondo,dinanzi  ad un gelato, ove un anno fa combattevo con gli aghi della flebo, sapendo che il mio respiro debole poteva cessare, difronte al volto di mia madre con gli occhi d'impotenza, sofferenti e alla sua mano stretta alla mia, che sussurrava, " figlia mia non lasciarti morire, non lasciarmi sola, sei la mia vita!".

Adesso ho la vera felicità, ora ho compreso cosa vuol dire avere il controllo, il tentare di sposare sempre l'equilibrio, la risposta sta in questo unico pensiero :" amare la vita, gioire con tutte le sue virtù e debolezze, tutto scorre, passa, la bellezza vera sta nel nostro animo e non nel chilo in meno!". Scegli di vivere, tu sei padrone di te stesso, scoprirai l'amore gratuito, di una madre che pensavi indifferente, oppure di un padre assente, o semplicemente l'Amore di Dio; tutto ti apparirà luminoso, perchè la tua nemica è la nebbia, l'oscurità, lei l'Anoressia”.


 

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