Minareti in Ticino: un'occasione persa per... paura

di Donatello Poggi
BELLINZONA - "Ho avuto il piacere di intervenire lunedì scorso in Gran Consiglio, a nome del gruppo della Lega dei Ticinesi, per illustrare la nostra posizione a favore del divieto di costruire minareti sul territorio ticinese.
Mi considero un ateo cristiano, come si è sempre definita la celebre giornalista e scrittrice Oriana Fallaci (fra l’altro toscana come sono le mie origini) e sinceramente non ho capito tutto questo accanimento, a dire il vero poco tollerante, espresso nel Rapporto di maggioranza da parte dello schieramento favorevole, contro chi, in modo del tutto legittimo, è contrario alla costruzione di minareti in Ticino.
Il nostro sarà anche un ragionamento semplice — le masturbazione celebrali le lasciamo ad altri — ma è proprio nella semplicità che la gente alla fine capisce di cosa in effetti si sta discutendo. E allora diciamo molto francamente che fin tanto i cristiani non potranno costruire, in libertà, le loro chiese e praticare la loro religione nei paesi mussulmani, possibilmente senza essere ammazzati (vedi Turchia ma non solo), qui in Ticino non si dovrebbe pensare di costruire minareti. Tutto qui!
Siamo intolleranti e seminatori d’odio (SIC!) come si voleva far credere nel Rapporto di maggioranza, che altro non è che un pessimo esempio di tolleranza?
Sempre per citare Oriana Fallaci: "Oggi è molto di moda, o meglio è political-correct, parlare di società plurietnica, plurireligiosa, pluriculturale, anche verso chi difende la propria identità con le unghie e non ne vuole sapere. Quella identità che noi non difendiamo", da 'La forza della ragione'. Grande Oriana, ci manchi!
Ma se parliamo di tolleranza, che ovviamente per qualcuno dovrebbe essere a senso unico, vorrei ricordare che in Olanda, uno dei paesi più aperti in questo senso, il regista Theo Van Gogh, il 2 novembre 2004, è stato ammazzato per strada in nome del Corano perché aveva osato realizzare un film critico verso l’Islam. Il suo assassino era un 26enne marocchino/olandese 'integrato' (?). Questo episodio, lo si voglia o no, ha segnato la crisi di un modello di integrazione in un Paese che vantava di essere un bastione della tolleranza.
In Danimarca e Norvegia, altri paesi 'tolleranti', la pubblicazione di alcune vignette satiriche sull’Islam hanno provocato minacce di morte, assalti alle ambasciate, nonché boicottaggi economici e ritorsioni varie. Evviva la tolleranza. Ma per favore.
Le realtà della vicina Penisola ci dicono in modo chiaro che sottovalutare certi aspetti può anche essere pericoloso, vedi gli arresti anche piuttosto recenti di imam che, evidentemente, non predicavano soltanto concetti di integrazione e pace.
L’errore di fondo che sta alla base dei contrari all’iniziativa parlamentare del collega Quadri e cofirmatari, e quindi del Rapporto di maggioranza (in Parlamento), è che si vogliono trattare in maniera uguale due situazioni diverse, ed è qui che non ci siamo. Non vorremmo inoltre che fuori dell’aula parlamentare fosse passato il ragionamento malsano (alimentato da certi giornalisti per nulla oggettivi), secondo il quale i contrari alla costruzione di minareti sul territorio ticinese sarebbero 'i cattivi' (cioè intolleranti, xenofobi ) mentre gli altri sarebbero 'i bravi', i responsabili, quelli che hanno la testa sulle spalle. Non è così, e io dico in modo deciso, perché se così fosse allora i cosiddetti 'tolleranti' darebbero un pessimo esempio di tolleranza!
Per chi ne volesse sapere di più consiglio di leggere il libro 'Assassinio a Amsterdam', di Ian Buruma: 'I limiti della tolleranza e il caso Theo Van Gogh'. Ne riparleremo fra un po’ di anni".




Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.
Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.
Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!