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TICINOManovra, Savoia indica la rotta: “Abbandonare il modello di sviluppo economico masoniano”

30.08.08 - 19:37
Tipress / Samuel Golay
Manovra, Savoia indica la rotta: “Abbandonare il modello di sviluppo economico masoniano”
BELLINZONA – Non sta avendo vita facile il Governo. Daisindacati agli ambienti economici, passando per la scuola e le associazioni deiComuni, si incrociano i veti contrari alla manovra. La situazione sembrasfuggire di mano al Governo, tanto che, vista l’importanza e l’entità delrisanamento dei conti (204 milioni), i cinque consiglieri di Stato hannoconvocato per martedì prossimo 350 dirigenti dell’amministrazione cantonale permostrare i dettagli e le conseguenze dei tagli previsti.

Tra i partiti rappresentati in Gran Consiglio, manca ancora laposizione dei Verdi, che verrà ufficialmente presentata giovedì prossimo, dopola riunione di Comitato. Sergio Savoia però, non si sottrae ad alcuneriflessioni su questo importante e scottante tema. “E’ fondamentale non perderealtro tempo” ci ha detto e preoccupato della situazione ha aggiunto: “O si hal’intenzione veramente di fare una manovra seria, oppure bisogna smetterla, aogni sacrosanto preventivo, di parlare di risanamento dello Stato. Per mesi siè dibattuto sulla necessità della manovra e poi, al momento di attuarla, sitirano tutti indietro, ad eccezione di PLR e PS”.

Savoia, cosa ne pensa della posizione assunta da PPD e Lega?
“Per quanto riguarda la Lega, ormai è evidente il suo ruolo. Una forza di governo che fa opposizione: insomma, un colpo al cerchio e uno alla botte. Per quanto riguarda in casa PPD, evidentemente, si sono fatti due conti e si sono opposti, per paura della sollevazione dei comuni”.

Comuni appunto sul piede di guerra…
“Per quel che riguarda i comuni è giusto che si mettano i puntini sulle i. Sono molti i comuni che hanno approfittato del trasferimento allo Stato di quelli che erano prima i loro compiti. Ne hanno approfittato, appunto, per portare avanti politiche fiscali a suon di riduzioni di moltiplicatore. Ora che ci si accorge che il nervo è scoperto, è arrivata la protesta. Protestare adesso però, quando per anni si è fatta una guerra a botte di defiscalizzazione, lo trovo molto discutibile”.

E’ vero che la politica delle fusioni comunali non ha avuto successo ovunque…
“Il Cantone è da anni che sta cercando di incoraggiare le fusioni comunali, che permetterebbero ai comuni di avere più mezzi. E spesso sono gli stessi comuni che osteggiano queste fusioni, sulla base di ragionamenti improntati a localismi e interessi di bottega. Io ritengo, invece, che i Comuni dovrebbero fare la propria parte, soprattutto quelli ricchi come Lugano, che di certo potrebbero contribuire al risanamento.

Il Governo come lo giudica?
“E’ un governo debole. In teoria ha il 90% di sostegno parlamentare, ma poi, in realtà le forze parlamentari, che dovrebbero sostenerlo, giocano a fare l’opposizione per cercare di tenere in piedi il proprio consenso elettorale. E questa è una disgrazia. Se si calcola che i 4 partiti di governo possono contare 81 gran consiglieri su 90, allo stato attuale il sì alla manovra è così ridotta che paradossalmente, per passare, potrebbero essere determinanti i nostri quattro voti. Voti che, naturalmente, avrebbero un peso politico di rilievo.

Risanamento: aumento del prelievo fiscale, sì o no?
“Noi siamo contrari in maniera assoluta ad alzare la pressione fiscale”.

Come non detto… Perché?
“Noi Verdi vogliamo che si tematizzi un tema fondamentale per il Ticino: il modello di sviluppo del nostro Cantone. Per un decennio un modello di sviluppo che ha creato un’occupazione in larga parte a basso contenuto di qualità”.

I posti di lavoro a basso valore aggiunto…
“Esatto. Una situazione paradossale: abbiamo molti lavoratori inseriti nella bassa fascia di reddito che, giustamente, pagano poche tasse e in compenso ricevono dei servizi perché, appunto guadagnano molto poco, mentre dall’altra parte, nelle fasce superiori, abbiamo gente che riesce a pagare molte meno tasse di quelle che dovrebbero pagare. Resta la fascia centrale: tartassata e che paga tutte le tasse fino all’ultimo centesimo e che di fatto, si assume tutto il peso dei costi e, in pratica, della manovra. E per di più arranca, nonostante guadagni dagli 80 ai 100mila franchi all’anno”.

Basterà questa manovra per risolvere le cose?
“Certo che no. Questa situazione non la si affronta con una manovra. Dobbiamo indirizzarci verso un modello di sviluppo che crei posti di lavoro ad alto valore aggiunto, attraverso politiche che permettano l’insediamento di aziende e lavoratori che possano, in definitiva pagare più tasse. Non è un caso che dopo anni di espansione economica non siamo ancora riusciti a mettere a posto i conti”.

Cambiare rotta…
“Beh, se non cambiamo questo modello di sviluppo basato sui casinò, le pompe di benzina, il precariato e i lavori di bassa qualità, la situazione non migliorerà. Qui bisogna prendere dei provvedimenti che cambino le radici del gettito, che servano a creare posti di eccellenza. Ma se il modello di sviluppo che seguiamo ancora oggi è quello impostato dalla Masoni, allora continueremo con i “macjobs” da 2800 franchi al mese, dove per arrivare a 4000 franchi ci vogliono due persone.”

p.d'a.


Foto d'apertura: Tipress / Samuel Golay

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