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BERLINOUn ticinese nella ex DDR: “La mia Germania, fra severi controlli e lunghi interrogatori”

03.10.07 - 07:49
Oggi si celebra la festa della riunificazione della Germania. Quest'anno centro dei festeggiamenti è la città di Schwerin, capoluogo del Meclemburgo-Pomerania Anteriore, ex regione della DDR. Proprio qui un ticinese, Stéphane Cresci, trascorse un periodo da studente universitario. Era il 1987 e la Gemania era ancora spaccata da un muro. Ecco come Stéphane Cresci ricorda quegli anni prima della riunificazione .
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Un ticinese nella ex DDR: “La mia Germania, fra severi controlli e lunghi interrogatori”
Oggi si celebra la festa della riunificazione della Germania. Quest'anno centro dei festeggiamenti è la città di Schwerin, capoluogo del Meclemburgo-Pomerania Anteriore, ex regione della DDR. Proprio qui un ticinese, Stéphane Cresci, trascorse un periodo da studente universitario. Era il 1987 e la Gemania era ancora spaccata da un muro. Ecco come Stéphane Cresci ricorda quegli anni prima della riunificazione .

CHIASSO - "Una premessa doverosa: alla base non vi era una scelta ideologica. Scelsi la DDR principalmente per due motivi: il costo, di certo era di gran lunga inferiore a quello che avrei dovuto sopportare se avessi scelto una città della Repubblica Federale, e la curiosità di conoscere l'altra parte della cortina di ferro. Non solo come turista". Stéphane Cresci, classe 1960, insegna contabilità e materie economiche al Centro Professionale Commerciale di Chiasso e ricorda bene i tempi in cui la Germania e il mondo erano divisi in due blocchi contrapposti. Ai tempi non erano in molti a scegliere la DDR come meta di villeggiatura anche perché, oltre ai monotoni, ma suggestivi paesaggi delle rive del Baltico, che comunque hanno di certo un altro fascino rispetto alle isole del Mediterraneo, i viaggi erano irti di ostacoli: "I controlli per entrare e uscire dalla Germania Orientale erano minuziosi, severi e lunghi. Ci si sottoponeva a dei veri e propri interrogatori. Ma nulla di drammatico, bastava avere pazienza".

E ritornando ai costi, Cresci racconta di quanto in DDR uno studente riuscisse bene a far quadrare i bilanci: "Per una corsa su un mezzo pubblico ci volevano 20 pfennig e partecipare alla vita culturale costava pochissimo".

La quotidianità vissuta a Wismar, cittadina sul Baltico, era tranquilla ed era scandita da corsi universitari di lingua tedesca e frequentazioni di studenti da ogni parte d'Europa. "Nel mio corso ho conosciuto ragazzi spagnoli, svizzeri, inglesi. Di occidentali ve ne era una decina, naturalmente a prevalere erano gli studenti provenienti dall'Est europeo".

Di Wismar e della DDR Cresci ricorda la cordialità della popolazione: "La gente era sicuramente cordiale e di certo, se si fa un paragone con i nostri stili di vita occidentale, vi era l'assenza totale di frenesia e di stress”. Le società del blocco comunista – spiega il professore - non erano stressate. Non soffrivano né di frenesia e né di sovraccarico di lavoro e di conseguenza le persone si dimostravano disponibili e curiose". Nessuna paura dello straniero quindi, "ma - aggiunge Cresci – di certo non ci si sedeva al bar con gli amici a criticare il regime". Nella Repubblica Democratica Tedesca il professore si è sostanzialmente sentito a suo agio: "Non mi sentivo prigioniero, ma – tiene a precisare Cresci - noi studenti occidentali avevamo quella possibilità in più che i giovani cittadini della Repubblica Democratica non avevano: la libertà di movimento. Ai giovani non mancava tanto l'auto, la mitica Trabant, che non potevano acquistare e per la quale c’era una lista d’attesa lunghissima, ma la possibilità di viaggiare. Attenzione, non quella di scappare dal proprio paese”.

E oggi? La situazione di Wismar e in generale dei Länder della ex Germania Orientale è, sotto il profilo economico e sociale, talvolta drammatico. E la nostalgia dei tempi che furono non sembra passare: un tedesco su 5 rivorrebbe il muro. E il professore spiega che a mancare sono proprio quegli elementi della vita quotidiana della Repubblica Democratica che da un giorno all’altro sono stati spazzati via, come per esempio “l'assenza di frenesia, o i rapporti sociali diversi, non basati solamente sul denaro". Non si parlava mai di soldi e – continua Cresci – “tutti avevano una occupazione e lo Stato si assumeva tutti gli oneri sociali e buona parte dei servizi che oggi sono a pagamento, come ad esempio gli asili nido. Inoltre il lavoro garantito per tutti dava ad ognuno dignità. Oggi la situazione non è più così e per molti la disoccupazione di massa e l'esclusione sono una realtà. E tutto questo provoca nostalgia, che di certo non risiede nel regime politico di allora".

Alcuni hanno spiegato che l’origine di quel senso di smarrimento e quindi di malinconia nei confronti della vecchia Repubblica Democratica va ricercata nella giovinezza ormai persa.

Anche il prof di contabilità ammette infine di provare un pizzico di nostalgia per quei luoghi: “Ero innamorato di una ragazza di Wismar con la quale ho avuto un rapporto durato tre anni. Dopo il corso mi sono recato più volte in Germania Est”. Anni carichi di speranze che il docente di Chiasso ha vissuto intensamente: “Ero a Berlino il weekend prima della caduta del muro. C’era un milione di persone che manifestavano per la libertà”.
Gli anni magici sono passati. La ex ragazza ora è a Stoccarda e fa la bibliotecaria. Chissà se oggi il professore ripenserà a lei…

p.d'a.

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