Cerca e trova immobili

MENDRISIOTTO"Manifesti xenofobi, fermiamoli"

02.09.11 - 16:22
Gruppo di cittadini del Mendrisiotto lancia una raccolta di firme per fermare la campagna "Stop all'immigrazione di massa"
None
"Manifesti xenofobi, fermiamoli"
Gruppo di cittadini del Mendrisiotto lancia una raccolta di firme per fermare la campagna "Stop all'immigrazione di massa"

RANCATE - L'UDC è tornata alla carica. Con l'avvicinarsi delle elezioni federali il partito di destra ha lanciato la sua campagna elettorale, come sempre dispendiosa e capillare. Lo stile utilizzato è quello ormai collaudato da tempo: l’offensiva mediatica, la provocazione, la cartellonistica d'impatto.

Nelle ultime settimane sono comparsi in tutta la Svizzera manifesti che promuovono l'iniziativa che chiede di porre dei limiti all'immigrazione nel nostro paese, divenuta massiccia in questi ultimi anni, grazie alla buona salute del mercato del lavoro elvetico e alla crisi dell'euro-zona. 

Manifesti imbrattati anche in Ticino - Come ormai da tradizione, anche in Ticino, come nel resto del Paese non sono mancati i casi di manifesti imbrattati, in segno di protesta, contro un messaggio considerato xenofobo. Negli scorsi giorni nel Mendrisiotto lo slogan "Stop all'immigrazione di massa" è diventato "Stop all'ignoranza di massa". Un gruppo di cittadini del Distretto vuole ringraziare pubblicamente questo gesto e ha deciso di utilizzare lo stesso slogan per lanciare un appello "per un Mendrisiotto libero da razzismo e xenofobia".

Tutti coloro che non condividono quella che è considerata una "vergognosa campagna xenofoba e razzista" hanno la possibilità ora di inserire il proprio nome, cognome, comune, professione  in una email, stopallignoranza@bluewin.ch, in segno di protesta.

Iniziativa partita dal basso - "Tra i primi firmatari - ci racconta uno dei promotori - ci sono anche personalità politiche locali come per esempio Willy Lubrini, municipale di Castel San Pietro. In tutti i casi la nostra iniziativa è nata in modo spontaneo, dal basso e non vuole avere nessun scopo di tipo politico".

La tradizione "momò" - Il Mendrisiotto, ultimo lembo svizzero incuneato in terra lombarda, tradizionalmente un porto di rifugio per dissidenti e perseguitati, fa parte di una Svizzera che, agli occhi del mondo, non è vista proprio come Stato  tra i più aperti e progressisti: "Per quello che posso dire io l'antifascismo è nel nostro Dna - ci racconta il nostro interlocutore, momò doc che ci chiede di mantenere l'anonimato - i miei nonni durante la guerra hanno aiutato degli esuli antifascisti a riparare in Svizzera - e vedere in giro questi cartelloni, con questa grafica, che ricorda gli anni più bui della storia europea, mi sono sentito in dovere di reagire".

La Svizzera del futuro - Eppure, in Svizzera, il problema dell'immigrazione così massiccia, inevitabilmente porterà con sé questioni fondamentali di organizzazione sociale, economica e di integrazione, in un paese che rischia di arrivare presto ai 10 milioni di abitanti, con tutte le problematiche che ne potranno derivare, soprattutto a sfavore delle classi meno abbienti: "Sì questo è vero - ci risponde - è anche vero che proprio attraverso queste continue campagne xenofobe e razziste che si contribuisce a soffiare sul fuoco delle paure che portano con sé intolleranza e quindi conflitti sociali. In nessun paese d'Europa c'è una capacità di integrazione e di convivenza pacifica come il nostro. Ma andando avanti così si rischia veramente di peggiorare le cose".

Chi sta dietro questa campagna? - "Domandiamoci una volta per tutte chi ci sta dietro questa campagna - conclude il nostro interlocutore - Chi manovra le fila sono proprio spesso quei personaggi con grandi disponibilità finanziarie che per mero tornaconto politico mettono in atto questo genere di campagne xenofobe. Gli stessi che hanno tutto l'interesse di importare manodopera straniera da pagare con due soldi".
 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE