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CONFINEL'impresa se ne va in Svizzera, ma assume solo frontalieri

08.09.12 - 13:44
L'imprenditore milanese Michele Tognelli spiega senza ipocrisie la scelta di assumere frontalieri: "Accettano paghe più basse rispetto ai residenti"
Foto d'archivio (Tipress)
L'impresa se ne va in Svizzera, ma assume solo frontalieri
L'imprenditore milanese Michele Tognelli spiega senza ipocrisie la scelta di assumere frontalieri: "Accettano paghe più basse rispetto ai residenti"

VARESE - "Impresa trasloca in Svizzera, ma assume solo gli italiani". E' questo il titolo di un articolo apparso oggi sul quotidiano "La Provincia di Varese". L'impresa in questione si chiama Tecsedo sa, impresa nata dodici anni fa dall'iniziativa di due fratelli milanesi, Marco e Michele Tognelli e pronta ad inaugurare il nuovo stabilimento del gruppo a San Vittore, in Mesolcina.

E a spiegare al quotidiano varesino i motivi della scelta di trasferirsi in Svizzera è Michele Tognelli, che senza troppa ipocrisia, in sostanza, parla della convenienza economica di operare in Svizzera, sia per una questione fiscale sia per il fatto che gli italiani, ossia i lavoratori frontalieri, costano meno.

Oltre a parlare di finanziamenti a fondo perduto per avviare l'attività, erogati dalle autorità locali e federali, Tognelli parla di fiscalità ridotta, di aiuto e collaborazione offerti dalle istituzioni a vario livello, nonché della facilità di ottenere crediti e linee di finanziamento da parte delle banche svizzere.

Fin qui nulla di nuovo. E' risaputo che le aziende italiane che scelgono di trasferire la loro sede fiscale e produttiva, lo fanno per determinate ragioni di tornaconto economico.

Quello che colpisce è, come detto, la franchezza dell'imprenditore milanese che, insieme al fratello, ha avviato dal 2000 l'attività a Taverne, consistente nella produzione di pannelli metallici compositi destinati al mercato delle chiusure industriali e civili.

Un'azienda di successo che, ora, ha deciso di potenziare il comparto produttivo, con l'apertura di uno stabilimento in Mesolcina e un investimento di 12 milioni di franchi. Ciò significa l'assunzione di nuovi operai, che saranno con tutta probabilità in stragrande maggioranza frontalieri.

Ebbene, senza peli sulla lingua, Michele Tognelli rivela di preferire i lavoratori frontalieri perché costano meno, in quanto accettano paghe inferiori ai colleghi svizeri: "Da un lato è indubbio - si legge su La Provincia di Varese - che nel campo della metalmeccanica i territori di confine tra Como e Varese offrono professionisti di ottimo livello. E' vero che le autorità svizzere hanno fissato dei minimi salariali cui tengono molto per difendere gli operai indigeni, ma è altrettanto vero che normalmente accettano di più di buon grado il minimo salariale rispetto ai colleghi elvetici. Oltre ai minori costi del lavoro - conclude l'imprenditore - contiamo su un maggior numero di ore lavorative l'anno e una minore propensione allo sciopero".

Insomma, grazie alla Svizzera questi imprenditori pagheranno meno tasse, assumeranno manodopera frontaliera a basso costo disposta a lavorar di più e che sarà meno propensa allo sciopero.

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