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"SOS vogliono cementificare il parco di Hermann Hesse"

Parco di Casa Rossa a rischio, i cittadini protestano
Tio/Manuel Meleleo
"SOS vogliono cementificare il parco di Hermann Hesse"
Parco di Casa Rossa a rischio, i cittadini protestano
COLLINA D’ORO. Contro la cementificazione del parco di Casa Rossa si leva la protesta dei cittadini: «Una banale speculazione rovina questo patrimonio». Costruire un conglomerato di casette nel parco dove Lui dipingeva acqua...

COLLINA D’ORO. Contro la cementificazione del parco di Casa Rossa si leva la protesta dei cittadini: «Una banale speculazione rovina questo patrimonio». Costruire un conglomerato di casette nel parco dove Lui dipingeva acquarelli e lasciava correre i suoi pensieri, non ci sembra il modo migliore per celebrarne l’anniversario.

Cinquant’anni fa moriva a Montagnola lo scrittore Hermann Hesse e la ricorrenza coincide, speriamo casualmente, con la messa a frutto speculativa del pregiato terreno circostante l’ultima dimora del Premio Nobel: la famosa Casa Rossa. I piani di dettaglio saranno pubblicati all’albo comunale il prossimo 6 aprile, ma già ora le modine annunciano ruspe e gru. E poi ci sono i numeri: dieci casette monofamiliari e una di quattro appartamenti. Vista lago, ovvio, ma ciò che più inquieta del progetto firmato dall’architetto Alvaro Bühring è l’impatto sulla montagna. Assieme ad altri residenti nel Comune, la fotografa Giosanna Crivelli, che vive a pochi passi dalla dimora, è preoccupata e delusa: «Tramite una banale speculazione immobiliare – osserva – viene rovinato un bene di importanza storica e culturale sovraregionale, che potrebbe essere considerato un patrimonio dell’umanità, visto i visitatori pellegrini che attira da ogni dove». Il cantiere incide nella parte sottostante la villa dove l’autore di Siddharta visse dal 1931 al 1962: l’intera proprietà appartiene alla nota famiglia Pavesi, imprenditori italiani del dolciario. Ma se, formalmente, avrebbero tutti i diritti di “inzuppare il biscotto” in un affare redditizio, d’altro lato si rimprovera loro di «non avere osato un progetto un po’ più visionario. Perché non trovare un unico acquirente disposto a mantenere intatta la bellezza del luogo?».

Se si è giunti a questo punto, prosegue Giosanna Crivelli, è anche per la miopia  dell’autorità comunale «che non ha mai riconosciuto l’importanza di questo patrimonio e non lo ha tutelato, quando era possibile, coi vincoli necessari». Una negligenza già vista, che però promette di scandalizzare oltralpe. Il canale nazionale Srf sta per farci un servizio tv. I toni, temiano, non saranno lusinghieri per il Ticino.

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