Cerca e trova immobili

TICINORifiuti dall'estero, "Il meccanismo è chiaro, ma le prove non ci sono"

15.03.12 - 20:19
Dubbi, sospetti e qualche certezza. Gysin: "l'ultima segnalazione tre mesi fa". Borradori: "non ne sappiamo nulla, denunciassero". Polli: "eppure i rifiuti dei privati aumentano, perché?"
Foto Ti-Press
Rifiuti dall'estero, "Il meccanismo è chiaro, ma le prove non ci sono"
Dubbi, sospetti e qualche certezza. Gysin: "l'ultima segnalazione tre mesi fa". Borradori: "non ne sappiamo nulla, denunciassero". Polli: "eppure i rifiuti dei privati aumentano, perché?"

BELLINZONA - “L’ultima segnalazione è giunta tre mesi fa. Ma ne sono arrivate tante. Qualcuna direttamente da alcuni lavoratori dell’Azienda Cantonale dei rifiuti. Ma le persone preferiscono restare ignote. È comprensibile, rischiano il posto di lavoro.” Greta Gysin, parlamentare dei Verdi è sicura. Ieri, in Gran Consiglio, ha riproposto il dubbio sulla provenienza di una parte dei rifiuti bruciati nell’inceneritore di Giubiasco.  “C’è il sospetto che vengano dall’estero. Abbiamo avuto parecchie segnalazioni in tal senso. Ma non abbiamo prove. Auspico tuttavia, che queste persone si rivolgano al Ministero Pubblico per denunciare. Noi come parte politica, abbiamo il dovere di  chiedere al Consiglio di Stato un metodo oggettivo e sicuro che certifichi la provenienza dei rifiuti.”

Il meccanismo sospetto - Bruciare rifiuti provenienti dall’estero è vietato. Bisognerebbe avere un permesso federale. Eppure dalla nascita dell’inceneritore il sospetto è sempre stato avanzato. Tra i primi a farlo, Daniele Polli, segretario di OKKIO.  “Non  abbiamo le prove che questo accada, ma il meccanismo ci è chiaro. Camion con targhe italiane, superata la dogana, trasporterebbero quantità di rifiuti presso le ditte ticinesi, dette riciclatori” Questi riciclatori riciclano i rifiuti provenienti da aziende private e poi li trasportano a Giubiasco. “Per cui l’ingresso nell’inceneritore avviene regolarmente con ditte che operano in Ticino”.  
Il Consigliere di Stato, Marco Borradori è vice presidente dell’Azienda Cantonale dei rifiuti (ACR). Alla Gysin ha risposto in parlamento e lo fa anche con noi: “ La Gysin ha detto di non avere prove.  Se ci sono le segnalazioni le consegni al Ministero pubblico oppure a noi. Abbiamo tutto l’interesse di agire secondo le norme di legge e che attorno all’impianto non ci siano ombre. Ma deploro le affermazioni buttate così, senza che esse siano provabili, perché poi resta sempre qualcosa di negativo. Dopo la seduta ho telefonato al Direttore dell’ACR. Non sa nulla di questi sospetti. Tra l’altro, mi ha specificato che i rifiuti  devono superare i controlli delle dogane. E i rifiuti  non passano inosservati. Le dogane giocano un ruolo importante e al momento, non c’è nessun sentore che questo sia mai avvenuto”.

Eppure secondo Polli,  “in dogana non ci sono particolari vincoli. Esiste una lista verde che classifica la tipologia dei rifiuti e se i rifiuti sono contenuti nella lista, passano la dogana senza nessun controllo, ma semplicemente dichiarandoli. Noi abbiamo dei grossi sospetti. Il gioco delle tariffe giocherebbe a favore di questo tipo di traffico. In Italia, i rifiuti da incenerire costano 120 euro a tonnellata, mentre qui da noi questi tipi di rifiuti li fanno pagare molto meno”. Un traffico utile per aziende italiane e per riciclatori ticinesi. “Eppure - spiega Borradori - come ACR abbiamo stipulato un contratto con una quindicina di  queste piattaforme logistiche di riciclatori ticinesi . Nei contratti è scritto che i rifiuti non devono avere una provenienza estera o italiana. Sono ditte che lavorano in Ticino da molti anni, quasi tutte. Ora tutto è possibile, ma credo che anche per loro sarebbe molto rischioso trasportare rifiuti esteri nell’inceneritore, in quanto perderebbero il lavoro di anni”.  

Fede o malafede? - “Io credo alla buona fede di Borradori - continua la Gysin. Non penso che lui sia coinvolto o sappia di loschi affari, non lo credo assolutamente.  Però purtroppo, ieri ,anche lui non ha saputo dare la certezza che  questo sospetto sia  falso. Oggi con i meccanismi di controllo fatti dall’ACR non c’è questa certezza. A ciò bisogna rimediare e spero che anche Borradori possa spingere in questa direzione. Per sfatare finalmente questi dubbi.”E Borradori alla Gysin risponde. “Quando si studiava diritto c’era la probatio diabolica, è più facile provare che entrano i rifiuti, che non il contrario. Al di là della difficoltà, quello che posso dire è che noi abbiamo stabilito che i riciclatori devono effettuare i necessari controlli per quanto di loro competenza.  L’Azienda cantonale invece  esercita dei controlli  a campione, in maniera molto minuziosa, in modo da minimizzare ogni rischio. Anche il rischio che vengano bruciati rifiuti di non buon qualità. Un anno e mezzo fa, invitavano i riciclatori e i cittadini a segnalare miglioramenti per la separazione dei rifiuti. Da allora il rifiuto è migliorato”.  

Migliore ma di provenienza sempre più variegata, come ci conferma Polli: “quello che posso dire è che stanno diminuendo i rifiuti provenienti dei Comuni, i cosiddetti rifiuti che sottostanno al monopolio, mentre aumentano molto drasticamente i rifiuti dei cosiddetti privati, quelli appunto trasportati dai riciclatori, che raccolgono i rifiuti da aziende ticinesi private”. Un aumento che lascerebbe qualche dubbio e alcuni interrogativi.  “Del resto basta andare sulle piattaforme di queste aziende  e osservare se arrivano anche camion con targhe italiane. A noi è successo, anche se ho l’impressione che da un po’ di tempo, questi trasporti sono stati momentaneamente sospesi”.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE