I fiscovelox non andranno via. "Gli svizzeri si rassegnino"

Il comandante della Guardia di Finanza di Como cerca di smorzare i toni: "I nostri vicini stiano tranquilli, nessun accanimento"
COMO - Cerca di smorzare i toni della polemica il colonnello Marco Pelliccia, comandante della Guardia di Finanza di Como, in merito alla querelle sull'utilizzo del fiscovelox presso i valichi di frontiera. "I nostri vicini svizzeri stiano tranquilli, non c'è nessun accanimento nei loro confronti".
A riaccendere la miccia è stato, lo scorso giovedì, il consigliere nazionale leghista Lorenzo Quadri, che aveva auspicato il blocco dei ristorni delle imposte alla fonte dei frontalieri anche nel 2012, magari in ragione del 100%". Questo a causa della presenza delle apparecchiature smaschera-evasori presenti alle dogane. Sul Corriere di Como Pelliccia precisa che le minacce svizzere non saranno sufficienti per levare il fiscovelox. "Non l'abbiamo mai dismesso e, soprattutto, continueremo a usarlo quando ci verrà chiesto".
A chi vede i furgoni con gli apparecchi elettronici come un pericolo per la Svizzera, e soprattutto come la conferma che l'Italia considera la Confederazione come un paradiso fiscale, Pelliccia replica: "Si rassegnino".
E potrebbe pure far discutere la presenza di agenti italiani, fino a Lugano, sui treni diretti verso nord. Niente di nuovo in realtà, i controlli risalgono alla convenzione del 1974, ma negli ultimi giorni sono stati potenziati in virtù del giro di vite che ha portato i finanzieri a Cortina a caccia di evasori. La dogana è mobile, e non si ferma più a Brogeda, Gaggiolo o Brissago; tanto che, presto, le Guardie di confine avranno a disposizione un ufficio nella stazione ferroviaria di Como San Giovanni.




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