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HOCKEYSidney Crosby e la storia infinita delle commozioni cerebrali

30.08.11 - 12:38
"The next great one", fuori dalle piste da gennaio dopo il brutto intervento di Steckel non rientrerà neanche per l’inizio della nuova stagione, altro campione che rischia di saltare diverse partite.
Keystone
Sidney Crosby e la storia infinita delle commozioni cerebrali
"The next great one", fuori dalle piste da gennaio dopo il brutto intervento di Steckel non rientrerà neanche per l’inizio della nuova stagione, altro campione che rischia di saltare diverse partite.
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PITTSBURGH (USA) – Nella città dei pinguini nello stato della Pennsylvania, regna la preoccupazione per il loro beniamino, ovvero: Sidney Crosby.

Da quando in gennaio, nel giro di quattro giorni, ha subito due tremendi body check da parte di David Steckel ex Capitals e Victor Hedman dei Tampa Bay, ha rimediato altrettante commozioni cerebrali. Sembrava che il giovane canadese dovesse scendere in pista per l’inizio della nuova stagione e, invece, notizia di una settimana fa, la franchigia di Pittsburgh ha comunicato che il ragazzo di Halifax non si presenterà.

Quello delle commozioni cerebrali è da sempre un grosso problema nell’hockey. Basti pensare a quanti giocatori sono dovuti stare fuori o addirittura ritirarsi, come Eric Lindros, altro fortissimo canadese che ha militato per molti anni nell’altra squadra dello stato a forma di rettangolo, i Flyers di Filadelfia, che a causa dei brutti colpi ricevuti alla testa ha perso molte partite.

Di esempi ce ne sono a iosa nel mondo hockeistico, per trovarne non c’è bisogno di volare oltre oceano nel campionato più spettacolare. Anche nel nostro piccolo abbiamo dei professionisti che non hanno mai potuto esprimere il loro potenziale al cento per cento o si sono dovuti ritirare a causa di brutti interventi. Forse il caso più eclatante alle nostre latitudine riguarda lo straniero dell’Ambrì Piotta Eric Westrum, vittima di diverse commozioni cerebrali negli ultimi anni.

Se nel calcio si tende sempre più a proteggere i campioni, nell’hockey non si può dire lo stesso. Cambiano i ritmi, cambiano i materiali, eppure, neanche la più moderna protezione può salvare un campione o non, dall’irruenza di altri. Privando uno sport e gli amanti dello stesso, di grandi attori.

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