Il PS si oppone alla proposta del centro-destra di trasformare parte delle borse di studio universitarie in prestiti
BELLINZONA - «Le borse di studio non si toccano». E' questo il messaggio lanciato oggi dal Partito Socialista, che si oppone alla proposta di trasformare parte delle borse di studio universitarie in prestiti.
La proposta di PLR, PPD e Lega è definita «inaccettabile» dai socialisti che annuncia battaglia. Infatti, secondo i socialisti questo tipo di misura di risparmio «riduce le opportunità di accesso a studi superiori ai giovani ticinesi dai ceti meno abbienti» in un contesto economico e sociale «che vede già una riduzione delle buone prospettive professionali anche per i giovani ben formati».
L'ipotesi riguarda chi segue un percorso di studi universitari triennali, «visto che l'accordo intercantonale vigente impedisce che venga applicata anche ad altri studenti».
«I giovani ticinesi che intendono studiare fuori Cantone - osservano i socialisti - devono affrontare delle spese sempre più importanti, soprattutto in termini di alloggio».
I socialisti, pur dicendosi «consapevoli che delle misure di rientro finanziario siano necessarie», insistono «sulla necessità di riequilibrare le finanze cercando là dove ci sono più risorse invece di toglierle a chi ne ha più bisogno, ad esempio riducendo delle essenziali prestazioni sociali».
In questa direzione andranno anche le richieste di modifica alla manovra di rientro finanziario che il Ps porterà in Commissione della gestione.
«Questa proposta di riduzione delle borse di studio - conclude la nota - è un attacco al diritto e alle pari opportunità di studio dei giovani ticinesi che il PS Ticino non intende in alcun modo accettare».