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"Il mio cliente ha scelto quell’ostello proprio per non creare scandali"

Dopo il racconto del direttore dell’albergo, ecco la ‘verità’ di Isabel Schweri, legale del 26enne arrestato per il rapimento di una ragazzina bresciana
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"Il mio cliente ha scelto quell’ostello proprio per non creare scandali"
Dopo il racconto del direttore dell’albergo, ecco la ‘verità’ di Isabel Schweri, legale del 26enne arrestato per il rapimento di una ragazzina bresciana
FIGINO – “Ma vi pare che se il mio cliente avesse voluto abusare sessualmente della ragazzina, avrebbe scelto una camera da 12 posti in un ostello? Basta con le invenzioni, per favore”. È seccatissima, Isabel Schweri, le...

FIGINO – “Ma vi pare che se il mio cliente avesse voluto abusare sessualmente della ragazzina, avrebbe scelto una camera da 12 posti in un ostello? Basta con le invenzioni, per favore”. È seccatissima, Isabel Schweri, legale del 26enne arrestato per il rapimento di una 12enne bresciana (nel frattempo diventata 13enne), la scorsa settimana. Ieri a Ticinonline il direttore dell’albergo aveva spiegato, con tanto di fotografie, come sono strutturate le stanze in cui i due avrebbero dormito: una nella sezione femminile, l’altra in quella maschile. “Il mio cliente – precisa Schweri – è stato costretto a prendersi una camera anche per lui perché i minorenni da soli non possono alloggiare in quel posto”.

Disagio sociale - Mentre l’inchiesta prosegue, il 26enne del Malcantone si trova ancora in carcere. “È distrutto – dice Schweri –, si è reso conto di avere fatto qualcosa che non doveva fare. E sa che probabilmente perderà pure il suo lavoro a tempo parziale. Non è una bella situazione, anche perché per un ragazzo come lui non è facile trovare un altro impiego”. Il giovane infatti, sposato con una ragazza di pochi anni più giovane, soffrirebbe di un certo disagio sociale. “E, lo ribadisco, ragiona un po’ come un adolescente. È capitato anche per questa presunta fuga con la 13enne bresciana, non aveva pensato alle possibili conseguenze del suo gesto. Lui sapeva che era in difficoltà, si era messo in testa di aiutarla e basta. Perché voleva piazzarla in un ostello, anziché a casa sua? Proprio per evitare uno scandalo. Evidentemente si è sbagliato e ha ottenuto l’effetto contrario”.

 

La scelta - Stando all’avvocato, l’intenzione del 26enne era quella di affidare la ragazzina a una struttura sociale ticinese. “Ma i servizi sociali gli hanno detto che doveva rivolgersi alle autorità italiane visto che la 13enne non viveva qui. Così ha deciso di farla stare per una notte in un albergo. E visto che non poteva permettersi una camera al Palace, ha scelto una soluzione economica. Il giorno successivo, il mio assistito avrebbe rivalutato la situazione. Voleva prendersi il tempo per vedere cosa era la cosa migliore da fare. Ma sempre nell’ottica di aiutare la ragazzina”.

 

Pedofilia - La tesi della pedofilia fa irritare ulteriormente il legale. “La colpa è dei media italiani, si divertono a montare storie assurde, certi giornali d’altra parte vanno avanti a scandali. Se il mio cliente avesse voluto davvero rapire e violentare la giovane, l’avrebbe magari portata a sud. Non avrebbe attraversato una frontiera, portandosi l’ipotetica vittima in un albergo dietro casa, dove avrebbe potuto essere visto da gente che lo conosceva”.

 

 

 

 

 

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