La raccolta firme, partita su Facebook, ha già diversi aderenti. «Se saremo in pochi non otterremo nulla e sarà solo colpa nostra»
LUGANO - La legge sulle imprese artigianali LIA, "volta a prevenire gli abusi nell’esercizio della concorrenza" e pensata per favorire l'artigiano ticinese, continua a ricevere critiche proprio da chi, grazie a questa legge, dovrebbe essere in qualche modo tutelato.
«Un pasticcio», era stata definita negli scorsi giorni. E non erano mancati gli attacchi a Zali. In sua difesa era quindi intervenuto il Capogruppo della Lega in Gran Consiglio, Daniele Caverzasio, ricordando che la legge non nasce dal Consiglio di Stato, ma da un’iniziativa parlamentare elaborata da Paolo Pagnamenta (PLR). Lo stesso Zali aveva ammesso che la questione era delicata, ma che dei correttivi erano in atto.
Correttivi (come l'abbassamento della tassa da 2000 franchi a 600 franchi) che, evidentemente, per qualcuno non bastano. Un gruppo di artigiani ha infatti iniziato una raccolta firme per chiederne l'abrogazione.
«Condivisibile e encomiabile è lo scopo della LIA - sottolineano uno di questi artigiani, Andrea Genola, che ha una ditta di carpenteria -, ma crea concorrenza sleale perché offre a tutti la stessa prestazione (tra l'altro obbligatoria), a un prezzo uguale, ma a un costo diverso».
Il costo della LIA è composto dalla tassa, dal carico burocratico, e dai documenti da allegare. Il peso diverso ovviamente viene inteso sulla base del numero di dipendenti della ditta. «Chi ha un operaio paga lo stesso di chi ne ha 10», spiega Genola che, certo, non le manda a dire: «Non riesco a trovare tra le mie conoscenze un artigiano che vuole l'introduzione dell'albo artigiani LIA, ma 89 deputati su 90 l’hanno votato. Io credo siano in buona fede e convinti di aiutarci, ma se nessuno del 26,6 % delle aziende con meno di 10 operai non esprime la propria contrarietà, non si potrà cambiare nulla».
Da qui nasca la raccolta firme sulla pagina Facebook "Sostieni L'economia". «Ci vuole un attimo. Se saremo in pochi non otterremo nulla e sarà solo colpa nostra». E sono in molti ad aver aderito. Biglietto da visita, firma e la medesima richiesta: «Che la legge LIA sia abrogata».