Per l’Associazione medici assistenti e capi clinica, l'apporto degli specialisti provenienti dalla vicina penisola resta imprescindibile in Ticino
LUGANO - La carenza di medici si fa sempre più acuta in Svizzera. Ad aggravare le cose ci si mette adesso anche la crescente disaffezione degli specialisti provenienti dalla Germania, finora imprescindibile risorsa d'importazione per compensare il numerus clausus nostrano, specialmente nella Svizzera tedesca. Come segnalato ieri dalla Schweiz am Sonntag, negli ultimi 5 anni la loro percentuale rispetto al totale dei medici stranieri è scesa dal 60% al 56%. Complici sono le migliorate condizioni di lavoro nella Bundesrepublik e il fatto che i tedeschi si sentirebbero sempre meno i «benvenuti» nel nostro Paese dopo il voto del 9 febbraio.
E in Ticino? Si nota anche qui una “fuga” dei medici italiani? «I cambiamenti delle condizioni di lavoro che sono stati voluti in Germania per spingere i medici formati nel Paese a restarci non si riscontrano in Italia», spiega Simone Ghisla, presidente dell’Associazione medici assistenti e capi clinica - Ticino (Asmac). «Per questo ─ continua ─ in Ticino si trova ancora molto personale italiano e meno male: non siamo infatti in grado di formare abbastanza medici». Per Ghisla, senza i professionisti provenienti dalla vicina penisola, «ben formati e in grado di esprimere al meglio il loro potenziale qui», avremmo delle carenze «specialmente nella medicina di famiglia, non molto gettonata dai medici svizzeri».