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CANTONE«A rischio 500 posti solo a Lugano»

24.05.16 - 15:19
Secondo Natalia Ferrara Micocci EFG International non deve pensare a «misure di risparmio che si ripercuoteranno sui dipendenti»
tipress
«A rischio 500 posti solo a Lugano»
Secondo Natalia Ferrara Micocci EFG International non deve pensare a «misure di risparmio che si ripercuoteranno sui dipendenti»

LUGANO - L'odierna notizia del procedimento penale aperto nei confronti di Bsi e la conseguente decisione della FINMA di sciogliere la storica banca ticinese fa tremare moltissime poltrone. Non solo quelle dei vertici responsabili dei controlli carenti riguardo al riciclaggio di denaro.

«La confisca da parte delle FINMA di 95 milioni potrebbe incidere sul prezzo di compravendita», sottolinea una preoccupata Natalia Ferrara Micocci, responsabile regionale dell'Associazione Svizzera degli impiegati di banca (ASIB). Il suo timore è che EFG International cerchi di pagare di meno per l'acquisto della banca e che ne conseguano, per l'istituto bancario, «misure di risparmio che si ripercuoteranno sui dipendenti». 

«Ciò che è prevedibile sono ripercussioni sugli stipendi e posti di lavoro», spiega Ferrara Micocci. La preoccupazione maggiore è per i dipendenti di Lugano. Oltre la metà dei dipendenti totali di Bsi. «Dei 1000 posti in Ticino, secondo alcuni esperti economisti, sono a rischio fino alla metà».


Da qui la presa di posizione dell'ASIB per sottolineare quello che viene visto come un grave errore. «Da un lato è evidente la cattiva gestione di alcuni vertici a Singapore e in Svizzera. Sono loro che devono pagare. Dall'altra parte c'è l'importanza di mantenere l'attività e la forza di questa banca e lo si può fare solo conservando il personale che produce e lavora bene. Un conto è una banca che viene mantenuta com'è, un conto è una banca che deve essere smantellata e ricostruita. Che passi alla cassa chi ha lucrato intascando milioni». 

 

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