La verità su «Ma cosa succede a 20 minuti - tio.ch»

La risposta di Tio e 20 minuti alle accuse infondate di due associazioni di giornalisti
LUGANO - Con un comunicato stampa dal titolo "Ma cosa succede a 20 minuti - tio.ch ?", l'Associazione ticinese dei giornalisti (ATG) e I giornalisti svizzeri (Impressum) hanno stigmatizzato questa mattina il licenziamento di due giornalisti avvenuto nelle scorse settimane, deplorando «un clima di lavoro logorante», «imposizioni», «malessere diffuso da tempo», «scelte editoriali che privilegiano sempre più l’aspetto imprenditoriale e commerciale».
Fa riflettere il fatto che due associazioni di giornalisti abbiano diramato un comunicato stampa sfruttando il racconto di due persone licenziate, senza ascoltare anche la controparte. Una delle regole principali del giornalismo è quella di raccogliere tutte le informazioni e dare spazio a tutti gli interlocutori, prima di emettere sentenze. Questo i giornalisti delle due associazioni lo sanno molto bene. Ma è più facile sparare nel mucchio, anziché cercare di capire e documentarsi.
Esistono ragioni professionalmente serie che hanno portato l'azienda, Tio e 20 minuti, a decidere di sciogliere il contratto di lavoro con due giornalisti. Ragioni che andrebbero ascoltate. Invitiamo dunque le due associazioni di giornalisti a farlo. A informarsi prima di redigere comunicati stampa.
Per quanto riguarda l'accusa di «frequenza del lavoro domenicale», vorremmo ricordare che il giornale esce cinque giorni alla settimana e non sei come gli altri quotidiani. I giornalisti di 20 minuti lavorano dalla domenica al giovedì, rispettando giorni di riposo e orari.




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