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CANTONEPlagio, il professore nei guai: «Sono distrutto»

12.04.16 - 08:16
Parla il docente dell'Usi sotto accusa. L'inchiesta partita su segnalazione di un collega americano
foto Tipress
Plagio, il professore nei guai: «Sono distrutto»
Parla il docente dell'Usi sotto accusa. L'inchiesta partita su segnalazione di un collega americano

LUGANO - «Sono io, sì». È un professore tra i tanti, all'uscita di una lezione fra tante, nella facoltà di Scienze della comunicazione. Sullo sfondo, la bufera sollevata dall'inchiesta per plagio aperta nei giorni scorsi dall'Usi. Il nome del docente sotto accusa - avrebbe copiato passi di alcuni articoli pubblicati a suo nome - non è stato diffuso dall'Università: gli studenti, che escono a frotte dall'aula, non sanno nulla. O forse sì? «Non intendo fare dichiarazioni prima della decisione della Commissione etica - attacca il docente -. Rivolgetevi all'ateneo»

Ma la questione riguarda anzitutto lei, non l'ateneo. Un suo articolo è stato ritirato dall'editore per il sospetto di plagio. 

«Ho fatto degli errori, non lo nego e ne sono rammaricato. Ma il plagio è un'altra cosa: presuppone un'intenzionalità e sarà la Commissione etica a stabilire se vi è stata o meno»

 Lei, comunque, si professa innocente. 

«Come ho detto, una cosa è una dimenticanza o una distrazione, un'altra il plagio intenzionale. Non va fatta confusione»

È stata l'Università, però, a parlare di plagio.

«Si tratta di un sospetto, e come tale è giusto che venga preso in considerazione e vagliato attentamente. Confido che l'inchiesta determini in modo chiaro ogni tipo di responsabilità»

Nel frattempo si è auto-sospeso dalle cariche istituzionali all'interno dell'Usi, ma non dall'insegnamento. Perché?

«L'ho fatto per permettere alle indagini di procedere serenamente. Un dubbio non fugato, anche se solo un dubbio, sarebbe stato dannoso per l'ateneo. Finché non ci sarà un verdetto, il sospetto latente rimarrà negli studenti e nei colleghi... e temo, anche dopo»

In che senso?

«Il danno per la mia reputazione è enorme. E anche qualora la Commissione dovesse dichiararmi, come sostengo, innocente, la macchia rimarrà. Per me questo è un colpo durissimo, che mi ha moralmente distrutto» 

Ci risulta che l'inchiesta sia stata avviata a seguito di una segnalazione inviata all'Usi da un professore di un'università americana. Lei ne è al corrente? Ha intenzione di sporgere denuncia?

«Su questo preferisco non commentare. Valuterò eventuali azioni legali solo dopo la decisione della Commissione etica»

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