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MONTECENERIDentro l'ex bordello: "Qui butto i miei soldi da tre anni"

26.03.15 - 06:17
Dopo una lunga attesa e svariate lettere, il gestore del motel Monna Lisa è disperato
Foto tio/Rotondo
Dentro l'ex bordello: "Qui butto i miei soldi da tre anni"
Dopo una lunga attesa e svariate lettere, il gestore del motel Monna Lisa è disperato

MONTECENERI. Gilbert Fässler ha 69 anni, un postribolo sul groppone e un diavolo per capello. Si aggira senza pace tra le 23 camere vuote del motel Monna Lisa, come un fantasma in una reggia dove tutto (tranne le ragazze) è rimasto al suo posto: dipinti, tavolini, persino i sigari sul bancone. Dopo i sigilli scattati nel 2012 l'ex casa di piacere sul Monte Ceneri è ancora così, come la trovarono gli agenti della Teseu. Più o meno. «Mi sono dato da fare, da allora ho sempre tenuto la struttura in ordine pronta a riaprire da un momento all’altro» racconta Fässler, che dice di sentirsi «preso in giro» dalle autorità, dopo tre anni d'attesa e svariate lettere inviate al Governo. «Dal Comune mi è sempre stato detto che non c’erano problemi – spiega – il Municipio ha persino chiesto una riunione con il governo per agevolare il rilascio del permesso».

Dove sta l’inghippo, dunque? Nel fatto che il Monna Lisa è situato in un’area «fuori zona», una sorta di enclave del territorio di Gambarogno sul Monteceneri: una “zona franca” dove la competenza di rilasciare qualsiasi tipo di permesso spetta al Dipartimento del territorio, che ha però dato un preavviso negativo. «Essendo fuori zona, per qualsiasi tipo di licenza è necessario avere un’ubicazione vincolata» spiega il segretario comunale di Gambarogno Alberto Codiroli. «Bisognerebbe dimostrare che il tenutario del postribolo non può esercitare la sua attività in altri luoghi. Questo a prescindere dal fatto che l’attività in passato fosse tollerata nel luogo in questione, in quanto molto isolato».

Per Fässler il problema però rimane e, sostiene, «questo vale per tutti gli esercizi che si trovano in aree fuori zona in Ticino». Tra pulizia degli spazi, collaudo dell'elettricità, lavori di giardinaggio e di manutenzione senza contare le spese legali, sono stati anni «dissanguanti» per il "custode" del Monna Lisa. «E dire che postribolo ha sempre fatto tutto in regola e pagato le tasse, parlo di fior di quattrini finiti nelle casse del Comune, del Cantone e della Confederazione – protesta il gestore – la nostra intenzione è di riaprire a tutti i costi, nella piena legalità: qui non ci sono famiglie, siamo in mezzo al nulla, qualcuno mi vuole spiegare quale disturbo recheremmo alla quiete pubblica?».

 

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