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CADENAZZOPiù mamme sole al Tavolino: "Faticano a percepire gli alimenti"

30.01.15 - 06:40
E adesso l’associazione sta cercando gli spazi per poter raddoppiare l’offerta nei principali agglomerati ticinesi
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Più mamme sole al Tavolino: "Faticano a percepire gli alimenti"
E adesso l’associazione sta cercando gli spazi per poter raddoppiare l’offerta nei principali agglomerati ticinesi

CADENAZZO – “Sono le famiglie numerose e quelle monoparentali le categorie sempre più rappresentate nei nostri centri di distribuzione”. È quanto osserva fra Martino Dotta, coordinatore di Tavolino magico per la Svizzera italiana. “In particolare – continua – vediamo arrivare mamme sole che faticano a ricevere gli alimenti e quindi si ritrovano con insufficienti mezzi economici”. Talvolta non ci rendiamo conto che le persone bisognose sono presenti anche sul nostro territorio. E sono molte. “Nel 2014 soltanto il centro di distribuzione di Lugano (che è uno dei dieci presenti nella Svizzera italiana, ndr) era frequentato, settimanalmente, da circa trecento persone”.

E con le richieste d’aiuto che continuano a crescere, per il Tavolino Magico è ora tempo di raddoppiamento. Perlomeno nei principali agglomerati urbani, dove l’associazione è attualmente in cerca di spazi per nuovi centri di distribuzione. “A Locarno li abbiamo trovati – spiega il frate cappuccino – il prossimo 13 aprile partiremo negli spazi del Centro Arca”. Nel frattempo a Bellinzona l’associazione si è invece dovuta spostare, per questioni di sicurezza, dall’ex Casa d’Italia a un prefabbricato della Scuola cantonale di commercio. “Si tratta di uno spazio più esiguo, quindi sentiamo il bisogno di sdoppiare la distribuzione su due centri che possano accogliere una quarantina di beneficiari l’uno” afferma fra Martino. E questo sdoppiamento potrebbe avvenire prossimamente, in quanto l’associazione è attualmente in attesa di un’autorizzazione dalle autorità comunali. “Abbiamo individuato uno spazio dell’ente turistico che farebbe al caso nostro”. A Lugano il Tavolino Magico è invece ancora nel pieno della ricerca. Anche se nell’agglomerato un ampliamento dell’offerta è comunque già stato messo in atto negli scorsi anni, con l’apertura dei centri di Caslano e Lamone. “Ma serve un ulteriore spazio in città” sottolinea fra Martino.

La preoccupazione e l’attenzione del frate sono costantemente rivolte anche a tutte quelle persone che sono senza un tetto, in particolare durante questi freddi mesi invernali. “Alla mensa sociale di Porza, gestita dalle Associazioni cristiane lavoratori internazionali, il 67% degli ospiti è costituito da bisognosi che sono di passaggio nel nostro cantone”. Si tratta infatti soprattutto di persone provenienti dall’Italia e da altri cantoni. “Persone che non hanno un alloggio” precisa il nostro interlocutore. Per loro attualmente in Ticino mancano gli alloggi d’emergenza. Ma sono due i progetti che, come noto, in un futuro potrebbero nascere sul territorio. “Da una parte si potrebbe pensare a un adattamento del Convento dei Cappuccini che, dopo la partenza dei frati, è rimasto vuoto, dall’altra a Bellinzona si sta muovendo in questo senso la Fondazione Casa Marta”. Per vedere queste idee realizzate, si dovrà comunque attendere “l’anno prossimo o anche il 2017” conclude fra Martino.

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