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LUGANOStupore sulla supervilla di Davesco-Soragno

29.11.14 - 11:01
Laddove c’era un’antica masseria, su un terreno agricolo, è sorta una abitazione. Com’è stato possibile?
Foto LaRegioneTicino
Stupore sulla supervilla di Davesco-Soragno
Laddove c’era un’antica masseria, su un terreno agricolo, è sorta una abitazione. Com’è stato possibile?

LUGANO - Suscita non pochi interrogativi la supervilla costruita su una parcella in cui, stando a l'edizione odierna de LaRegioneTicino non vi sarebbe stata la possibilità di edificare, su cui è stato attuato un imponente disboscamento. LaRegioneTicino si china su una costruzione che è sorta dove una volta sorgeva una vecchia masseria, che si situava sul confine tra i territori di Davesco-Soragno e di Pregassona. A segnare il confine è il riale Nava.

Gli interrogativi sollevati sui lavori in corso della supervilla, così è stata definita, riguardano la morfologia del pendio, stravolta per permettervi la costruzione di una strada. Il primo interrogativo sollevato dal quotidiano è: sono davvero lavori di “sistemazione del terreno agricolo”, come dichiarato ufficialmente? La realtà, come si legge sul quotidiano “stride di fronte all’evidenza”. Come parlare di semplice ripristino di una pista agricola preesistente quando la spianata sarebbe stata ottenuta “portando quantità enormi di terra di ripiena” e in certi punti la pista ha raggiunto una larghezza di 8 metri? Al proprietario dell’abitazione sarebbe stata inflitta una multa cospicua, e ora sarà obbligato a ripristinare il bosco.

Su questa costruzione sarà chiamato a spiegare il Consiglio di Stato. Quali sono stati i criteri per il rilascio dell’autorizzazione, avvenuto nel 2011, a costruire in quella zona? Il deputato in Gran Consiglio dei Verdi, Sergio Savoia, presenterà nei prossimi giorni una interrogazione parlamentare sul caso.

Un caso sul quale si è espresso anche l’ex sindaco di Lugano, Giorgio Giudici, che, sempre a LaRegione, ha spiegato di essere stato incaricato dall’acquirente di ristrutturare l’antica masseria che sorgeva proprio su quel terreno dove è stata costruita la supervilla. Giudici ha spiegato che su quel terreno agricolo era possibile soltanto riattare quello che c’era. “Bisognava rispettare i perimetri esistenti e si poteva aumentare la volumetria solo entro certi limiti”. Era la fine degli anni Settanta, l’inizio degli Ottanta. Giudici non ha nascosto il suo stupore e si è detto stupito come in una zona dove si può solo riattare, si sia potuto demolire e ricostruire tutto. "Per la riattazione era competente il Cantone", ha concluso Giudici.

 

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