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LUGANO

"Volevo creare bitcoin, da mesi aspetto i miei 7'000 franchi"

È una delle poche aziende ticinesi attive nei bitcoin. Richieste di rimborso a catena l’hanno messa in ginocchio, Bitmine AG si vuole risollevare con il cloudmining
Foto Reuters
"Volevo creare bitcoin, da mesi aspetto i miei 7'000 franchi"
È una delle poche aziende ticinesi attive nei bitcoin. Richieste di rimborso a catena l’hanno messa in ginocchio, Bitmine AG si vuole risollevare con il cloudmining
LUGANO - Franco*, un giovane ticinese, è da subito affascinato dal bitcoin. La valuta virtuale è su tutti i giornali e il valore sale a vista d’occhio. Con un amico decide che è il momento di investire: gli serve un &#...

LUGANO - Franco*, un giovane ticinese, è da subito affascinato dal bitcoin. La valuta virtuale è su tutti i giornali e il valore sale a vista d’occhio. Con un amico decide che è il momento di investire: gli serve un 'miner', uno speciale computer che produce la valuta. "Ci siamo affidati alla Bitmine AG di Camorino. Sia perché è un’azienda ticinese, – ci racconta Franco – sia perché ci sembrava formata da gente seria". Il miner costa circa 7000 franchi, i due ragazzi li pagano in anticipo. "Quando è passata la data in cui avremmo dovuto ricevere la macchina, abbiamo scoperto che l’azienda era in ritardo con la produzione. Qualche settimana non ci ha spaventati, non avremmo mai pensato di arrivare al punto a cui siamo oggi: è passato un anno dall’ordine e non abbiamo ricevuto né il processore, né i soldi indietro". La rabbia di Franco è cresciuta nei mesi: "La cosa che più mi fa arrabbiare è il pessimo servizio clienti, più che dire di aspettare non fanno".

Quattrocentomila dollari - Quello di Franco è tutt’altro che un caso isolato. Esiste ormai un sito per chi ha chiesto il rimborso e non l’ha ricevuto bitminerefund.com, che mostra un totale inquietante, oltre 400mila dollari di rimborsi dovuti. Il Ceo di Bitmine AG, Giorgio Massarotto, ci spiega che il dato non è aggiornato: "I clienti quando ricevono i soldi non vanno a cancellare la segnalazione". Non ci confida però a quanto ammonta lo scoperto; più della metà dei rimborsi, però, sarebbero stati effettuati. Inoltre, quello dei miner è un mercato particore: "Molte aziende non offrono nemmeno la possibilità del rimborso, se la fornitura è in ritardo il cliente aspetta. Noi abbiamo voluto fare diversamente per offrire un servizio migliore, alla fine ciò si è ritorto contro di noi".

La speranza è cloud - "L’azienda non rischia di fallire – conforta Massarotto – il nuovo progetto di cloudmining in Islanda permetterà il recupero di tutti gli arretrati e la continuazione della vendita delle soluzioni di hosting". Infatti, Bitmine ha cambiato strategia: non venderà più macchine perché "per i clienti privati è un mercato praticamente scomparso". I clienti acquisteranno solo la capacità di calcolo necessaria per la produzione di bitcoin. I miner, gestiti direttamente dall’azienda, si troveranno a Reykjavik. "Coordinando grossi lotti è molto più facile da gestire, rispetto alle configurazioni personalizzare per ogni cliente".

*nome modificato dalla redazione

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