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CAVIGLIANO"Ieri avete scioperato voi... Oggi e domani sciopera il datore!"

17.06.14 - 14:05
La reazione della Pollini Edgardo e figlio SA di Cavigliano in seguito allo sciopero di ieri dei lavoratori del settore che chiedono maggiori garanzie e un contratto collettivo di lavoro
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"Ieri avete scioperato voi... Oggi e domani sciopera il datore!"
La reazione della Pollini Edgardo e figlio SA di Cavigliano in seguito allo sciopero di ieri dei lavoratori del settore che chiedono maggiori garanzie e un contratto collettivo di lavoro

CAVIGLIANO - Sono ore concitate quelle che sta vivendo il settore del granito dopo lo sciopero di ieri dei lavoratori del settore che chiedono maggiori garanzie e un contratto collettivo di lavoro. Mentre i sindacati attendono la presa di posizione ufficiale dell'AIGT (Associazione Industrie dei Graniti Marmi e Pietre Naturali del Ticino), c'è chi, proprio tra i datori di lavoro, trova modi "alternativi" per far sentire la sua voce.

"Ieri avete scioperato voi... Oggi e domani sciopera il datore!". È questa la reazione - espressa attraverso un'affissione fuori dalla propria ditta - della Pollini Edgardo e figlio SA di Cavigliano. "Sono stanco di essere denigrato e insultato dai sindacati - ci spiega il titolare nonché membro dell'AIGT -. Dicono che vorremmo togliere il pre-pensionamento. E io rispondo che ho chiesto ai colleghi di denunciare il sindacato per ricatto e diffamazione".

Pollini critica l'atteggiamento di Unia e Ocst lamentando lo scarso dialogo: "Abbiamo spedito tre raccomandate chiedendo ai sindacati di sedersi al tavolo per discutere sul contratto collettivo e la risposta è stata 'prima firmate il Contratto Nazionale Mantello', che però non è obbligatorio, 'altrimenti non facciamo nessun contratto'. In più abbiamo ricevuto una lettera dalla Commissione Paritetica che in sostanza spiega come, non avendo un contratto, non possiamo concorrere agli appalti pubblici. Anche lo Stato, insomma, ci mette sotto pressione. E io sono stanco".

Quella di Pollini, insomma è una provocazione. "Non si vuole fare un discorso costruttivo. La crisi in Europa è innegabile. Se noi del settore della pietra a inizio anni '90 eravamo 1000, oggi siamo in 300. Se non è questo un segnale di crisi... Siamo piccoli, siamo sotto pressione in tutti i campi, questo atteggiamento non porterà vantaggio né ai datori di lavoro, ma nemmeno ai dipendenti e alle Istituzioni".

Dall'Ocst, Paolo Locatelli - che in qualche modo comprende la reazione di Pollini - fornisce tuttavia un punto di vista completamente diverso sulla faccenda: "Credo che la reazione odierna dell'impresa Pollini sia assimilabile a una presa di posizione individuale. Pollini, però, è anche membro del comitato AIGT, la stessa associazione dalla quale attendiamo in giornata una presa di posizione ufficiale".

Locatelli ammette di non capire dove questa polemica possa portare: "Spero che questa non sia la decisione finale dell'Associazione. Mi chiedo quale possa essere la strada da imboccare altrimenti".

Per Locatelli, inoltre, il ricatto non rientra tra i modi di agire del sindacato: "Credo piuttosto che Pollini abbia mal capito, o che si sia male informato dai vertici dell'AIGT. Che il contratto cantonale del granito fosse scaduto dal 1 gennaio 2012, perché la stessa Associazione non l'ha voluto rinnovare, questa non è una novità. Che questo contratto avesse all'art. 45 un aggancio esplicito al Contratto Nazionale Mantello anche questo già si sapeva. Come era noto che il CNM fosse legato alla questione del pensionamento anticipato. E non dovrebbe essere messo in discussione. Glielo ha detto il Consiglio Federale, la Seco e la Commissione Paritetica. Possiamo giocare sulle parole e chiedere di sederci al tavolo delle trattative, ma rammento all'associazione che, nemmeno un anno fa, avevamo presentato numerose firme di lavoratori che chiedevano certezze contrattuali nel settore. Una richiesta che fino ad ora non è stata ancora assolta. Ora, prima di dire altro, occorre attendere la presa di posizione ufficiale dell'Associazione, sperando che porti verso una soluzione".

Unia: “Le intimidazioni non ci fermeranno” - La vicenda viene commentata anche dal sindacato Unia, che affida ad un comunicato stampa il proprio pensiero: “Si tratta di un gesto intimidatorio e inaudito che non trova riscontro nella storia recente del nostro paese e che ci riporta a una situazione ottocentesca. Il sindacato Unia condanna pubblicamente questo genere di comportamento della controparte padronale, che ben evidenzia il clima nel quale si è sviluppata negli ultimi due anni la vertenza nel settore del granito ticinese”.

 

Unia ribadisce come l'associazione di categoria si sia sempre dimostrata chiusa a ogni tentativo di conciliazione. “E ora, di fronte alla protesta, ricorre alle minacce nel tentativo di intimorire i lavoratori: prima per dissuaderli dalla partecipazione allo sciopero e oggi per punirli”. Oltre alle minacce di licenziamento, in alcune ditte è stato imposto agli operai di anticipare l’inizio dei lavori alle 4 del mattino (contravvenendo così alla legge federale sul lavoro) mentre in altre sono stati ingaggiati agenti di sicurezza privata per presidiare le cave.

 

“Unia denuncia con forza questi maldestri e goffi tentativi del fronte padronale di sabotare l’esercizio di un diritto costituzionale e si riserva di intraprendere azioni legali nonché di sollecitare un intervento dell'Ispettorato cantonale del lavoro”. La mobilitazione, che ha assunto ormai carattere simbolico, non si interromperà. “Un conflitto reso possibile dal coraggio e dall'impegno di molti lavoratori che giustamente non sono disposti a rinunciare alla loro dignità”.

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