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LUGANOMandrake a rischio chiusura: "La mia clientela è sparita"

12.06.13 - 08:10
Il proprietario: "La situazione è insostenibile, non riesco a pagare i conti"
Foto Ticinonline Andrea Pellerani
Mandrake a rischio chiusura: "La mia clientela è sparita"
Il proprietario: "La situazione è insostenibile, non riesco a pagare i conti"

LUGANO - Lanciato un Sos preoccupante dalla storica fumetteria Mandrake: «La situazione è insostenibile, non riesco a pagare i conti».

 

Da vent’anni è il punto di riferimento per tutti gli amanti del mondo fantastico dei fumetti e del jazz. In questi tempi di crisi però per salvare il Mandrake Jazz & Comics di Corso Elvezia 13 ci vorrebbe, oltre che un colpo di magia, un manipolo di supereroi.

 

«Per favore venite a comprarvi qualche cosa, la situazione è diventata insostenibile, la clientela latita e con quello che il negozio incassa non riesco a pagare i conti. Non è bello far morire un negozietto in questa maniera. la solidarietà non è più abbastanza», questo l’appello lanciato nell’etere dal proprietario del negozio Marco Buffone.

 

Pochi bla-bla dunque, ci vogliono i fatti. Ma a cosa si deve questo crash delle vendite? «Mah, sicuramente il fattore principale è il fatto che il fumetto, in quanto tale, non ha nessun diritto di resa. In poche parole quello che compero e non vendo rimane in negozio». La fumetteria è infatti un susseguirsi di pile interminabili di fumetti colorati, che spiccano tra le pareti gialle dell’esercizio, come dei dolmen centenari che aspettano di essere portati a casa.

 

Beh, dopo il boom degli scorsi decenni questo genere artistico è forse diventato un po’ di nicchia. «Boh, non si può parlare di nicchia. Forse è solo il fatto che non si capisce ancora che il fumetto si è evoluto, non è soltanto qualcosa di leggero o stupido da visionare». Il cliente deve dunque fare click, capire che «è lui stesso la linfa vitale per i commercianti come me. Le pacche sulle spalle non mi bastano più, devo vendere se voglio tenere in vita il Mandrake. C’è gente che per risparmiare 60 franchi all’anno va in Italia a comperare gli albi, non capiscono che così muore un pezzo di storia della città». La parola fine questa volta non va scritta, sob sob.

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