Lurati: "Non ho fatto censura al Diavolo, era una copertina irrispettosa"

Saverio Lurati, presidente del Consiglio di amministrazione della Tipografia Aurora, respinge al mittente le accuse di "censura" e di "ingerenza nella linea editoriale" del giornale satirico
LUGANO - Non si è fatta attendere la risposta di Saverio Lurati alle accuse della redazione del Diavolo, che lo ha criticato per aver deciso di non stampare la copertina del prossimo numero del giornale satirico, copertina che avrebbe raffigurato il Papa chiuso in un sacco dei rifiuti.
Saverio Lurati, in qualità di presidente del Consiglio di amministrazione della Tipografia Aurora di Canobbio, respinge al mittente le accuse di «censura» e di «ingerenza nella linea editoriale» del giornale
"Con il mio intervento , condiviso dall'intero Consiglio di amministrazione - spiega Lurati - ho chiesto alla redazione di modificare una copertina che ritraeva Benedetto XVI in modo altamente irrispettoso e che sicuramente avrebbe urtato la sensibilità della stragrande maggioranza della popolazione ticinese. Questo a sole due settimane dall'uscita di un numero del Diavolo che per l'immagine di prima pagina aveva suscitato aspre e giustificate polemiche.
Insomma per Lurati non si è trattato di un intervento volto a limitare la libertà di espressione o il diritto alla satira, "che sono principi sacrosanti ma che non devono essere sistematicamente evocati quale giustificazione alfine di oltrepassare costantemente un limite che deve essere essenzialmente legato al buon senso".
E poi ancora: "Da quando sono presidente del Consiglio d'amministrazione (da oltre sei anni) è la prima volta che mi capita di dover intervenire per bloccare la stampa di un giornale, ma ho dovuto farlo perché in gioco vi era il rispetto delle persone e delle loro sensibilità che pure sono valori per noi importanti.



