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CANTONERSI senza dati sull’audience: "È come avere un’auto senza contachilometri"

22.01.13 - 07:57
Dal 1° gennaio non si hanno più notizie sui dati riguardanti l’audience dei programmi della SSR. Il responsabile dello sviluppo aziendale, Roberto Pomari, non nasconde la situazione di disagio
Ti Press
RSI senza dati sull’audience: "È come avere un’auto senza contachilometri"
Dal 1° gennaio non si hanno più notizie sui dati riguardanti l’audience dei programmi della SSR. Il responsabile dello sviluppo aziendale, Roberto Pomari, non nasconde la situazione di disagio

BERNA - Dal 1° gennaio gli ascolti televisivi vengono calcolati con un nuovo metodo. I primi risultati dovevano essere pubblicati il 9 gennaio, ma fino ad oggi di dati sull'audience neppure l'ombra. La società incaricata della misurazione è la Mediapulse, che ha installato in duemila economie domestiche il sistema che per ora non funziona.
E' passata ormai una dozzina di giorni e alla Rsi, come ha scritto su Twitter il giornalista televisivo Reto Ceschi, "siamo al buio". "Lavorare in TV senza conoscere gli indici d'ascolto. Non eravamo più abituati ma si può (e si deve). Da tre settimane siamo al buio..."
Per saperne di più ci siamo rivolti a Roberto Pomari, responsabile dello sviluppo aziendale della Rsi.
 
Pomari, il problema è stato risolto?
“Non abbiamo ancora ricevuto delle indicazioni sulla durata del malfunzionamento. Si aspettava per oggi (ieri, ndr) la possibilità di ricevere dei dati, ma il tutto è ancora in fase di verifica”.
 
Come si vive senza indici d'ascolto?
“Si vive (ride). E' vero che per noi la situazione è di disagio. Ci manca uno degli indicatori di performance più importanti, che ci guida in quella che è la valutazione dei risultati. E' una società esterna che ci fornisce la soluzione ed è inutile ribadire che le pressioni sono fortissime, anche perché non ci siamo solo noi, ma anche degli editori privati, ossia aziende che hanno adottato questo sistema. Non dobbiamo dimenticare gli inserzionisti, le cui attività dipendono dagli indici d'ascolto. Non possiamo fare nulla. Non si può rimettere in funzione il vecchio sistema perché dismesso. Non c'è altra via che aspettare fiduciosi la soluzione del problema”.
 
Per vendere pubblicità vi basate sui vecchi dati?
“Sui dati ricorrenti. Visto che l'acquisitore e la concessionaria è la Publisuisse, io non sono in grado di dire quali siano le strategie che essa abbia messo in atto. Il disagio esiste, anche perché ad andare ad acquisire clientela in questa situazione non è facilissimo”.
 
C'è la possibilità di un indennizzo?
“Non lo so. Tutto passa dalla direzione generale della SSR. Noi della Rsi facciamo parte del gruppo e a noi viene comunicato lo stato di avanzamento di quelli che sono i lavori di verifica che ad oggi non sono giunti a buon fine. I problemi sono stati individuati. Le soluzioni devono ancora arrivare”.
 
Per quanto riguarda il normale funzionamento dell'azienda e della programmazione del palinsesto vi sono dei contraccolpi?
“Il palinsesto è un lavoro di pianificazione a medio-lungo termine e questa situazione non sta creando particolari problemi. L'unico disagio è quello di non avere ancora ad oggi una data garantita e vincolante. Ci hanno detto che stanno lavorando giorno e notte. Non ci resta che attendere”.
 
Da quanto emerge l'importanza di questo strumento non è fondamentale per stabilire quelli che sono i palinsesti della Rsi nel corso dell'anno. Il programma culturale che non fa audience non viene sostituito con un telefilm americano?
"Prima di tutto va detta una cosa: noi abbiamo un mandato di programma e non possiamo agire con le logiche di un'azienda o di una televisione commerciale. Gli indici d'ascolto sono degli indicatori di riferimento importanti, ma non sono gli unici utili a determinare il successo o meno di un programma. Evidentemente servizio pubblico non vuol dire un servizio senza pubblico. Per noi è importante avere un riscontro, ma non è l'unico strumento. E' come se sul cruscotto dell’automobile si avessero tutti gli indicatori funzionanti ad eccezion fatta del contachilometri. A questo punto una maggiore prudenza nel circolare sarebbe d’obbligo”.
 
 
 

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