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INTERVISTAPerugini: "La nuova canapa è ancor più pericolosa. Sbagliato legalizzarla"

14.01.13 - 08:52
Zurigo chiede di avviare uno studio per legalizzare la canapa. Perugini: "Troppo giovani ricoverati in cliniche psichiatriche per consumo di marijuana". E sui medici che parlano di benefici da canapa dice:" Bisognerebbe verificare la loro serietà"
Ti Press
Perugini: "La nuova canapa è ancor più pericolosa. Sbagliato legalizzarla"
Zurigo chiede di avviare uno studio per legalizzare la canapa. Perugini: "Troppo giovani ricoverati in cliniche psichiatriche per consumo di marijuana". E sui medici che parlano di benefici da canapa dice:" Bisognerebbe verificare la loro serietà"

LUGANO - Negli Stati di Washington e Colorado la marijuana è stata legalizzata, così come in Uruguay. La Spagna invece l’ha depenalizzata, come il Portogallo che però non si è fermato alla “maria” e undici anni fa ha depenalizzato tutte le droghe. Ora la città di Zurigo chiede alla Confederazione di avviare un studio approfondito sulla possibilità di consumare e commercializzare la marijuana. Proposta a cui l’Ufficio della sanità ha mostrato interesse. “Queste sono proposte di alcuni irriducibili che vogliono aggirare il volere del popolo che si è già espresso in materia cinque anni fa”, esordisce il Procuratore Pubblico Antonio Perugini che una decina di anni fa fece chiudere i canapai ticinesi.

“Quello che non considerano i proponenti di questo studio – continua il procuratore -, è che la marijuana che è in circolazione al giorno d’oggi non è quella di una volta. Per darle un dato: la marijuana degli  anni sessanta o settanta conteneva un livello di THC che variava dall’uno al tre percento. Quella del giorno d’oggi invece ha un tasso che varia dal quindici al venti percento. Ci sono ragazzi dai 15 ai 25 anni che hanno grossi problemi di dipendenza e anche danni a livello cerebrale che compromettono memoria e capacità motorie”.

Se si legalizzasse la marijuana lo stato potrebbe controllare il tasso di THC, riducendo così questi rischi. Lei cosa ne pensa?“Secondo me è un esercizio di puro alibi politico e defatigatorio. Perché una politica che sceglie di andare a trasformare lo stato in spacciatore di droghe mi sembra sia qualcosa di inverosimile. Ma siamo in democrazia e se il popolo dovesse decidere in tal senso non ci sarebbero problemi. In secondo luogo non si risolverebbe assolutamente nulla a mio avviso. Perché, come per il tabacco e l’alcool che sono legalizzate, si andrebbe comunque a creare un mercato parallelo alla marijuana di stato”.

Parla di mercati paralleli. Però è anche vero che la tassazione su alcol e tabacco porta milioni allo stato. La stessa cosa potrebbe essere con la marijuana. In Colorado per esempio calcolano di incassare mezzo miliardo di dollari all’anno con la legalizzazione…
“Certo. Però non si parla mai di quanto costerebbe la legalizzazione alla sanità pubblica. Quel mezzo miliardo probabilmente sarà decuplicato in spese per prevenzione e terapia. Ma questo è normale se si va a legalizzare qualcosa di cui si sa già in partenza che è nociva. Non c’è nessuno, a parte qualche spiantato, che dice che la droga faccia bene. Se tu come Stato vuoi mettere in commercio una sostanza come la marijuana, devi anche prevedere i fondi per curare tutti quelli che andranno a farsi del male. I costi sociali, già oggi quantificabili in diversi centinaia di milioni legati alle sostanze illegali e non, inoltre ricadrebbero sull’intera comunità. Sapete quanti giovani nel nostro cantone si trovano ricoverati in cliniche psichiatriche per aver probabilmente, cosa anche appurata in diversi casi, consumato precocemente marijuana con alto tasso di THC? Posso dire che non sono pochi”.

Sì torna al discorso di prima. Il vero problema è il tasso elevato di THC…
“Ma c’è un mercato che esige il prodotto che fa sballare di più. Nessuno va a comprare “fieno” al tre percento di THC. Tutti vanno a comprare quella al venti. Come fai a limitare questo dicendo ai consumatori che possono fumare spinelli a basso contenuto di THC? Poi c’è un altro problema, quello del fumo che è già tristemente noto nel mondo sanitario”.

Lei avrà sentito sicuramente parlare del rapporto “La Guardia” del 1944 che contestava le leggi anti canapa imposte durante il proibizionismo…
“Certamente. Sono informato su ogni cosa legata a questo tema. Anche lei sicuramente avrà sentito parlare di Olanda. L’Olanda è la prima nazione che ha tollerato, e non legalizzato come alcuni credono, il consumo di marijuana. Tollerando hanno ottenuto i risultati che ora tutti noi conosciamo e stanno facendo di tutto per tornare indietro, con tutte le difficoltà del caso”.

E in Ticino non si poteva tollerare? In fondo i canapai erano anche un’attrazione turistica… 
 “Attirava turisti da ogni posto è vero, ma anche tanti problemi. Infatti diversi comuni hanno chiesto l’intervento delle autorità. Ma se è di questo turismo che abbiamo bisogno siamo mal messi sinceramente. Le persone provenienti dai paesi limitrofi pensavano solo ad acquistare i sacchetti per sé stessi e gli amici, non si fermavano neanche in Ticino. In secondo luogo da noi le leggi si applicano e non si può tollerare l’inapplicabilità”.

Giustamente come dice lei le leggi si applicano, eppure il Fox Town per più di dieci anni ha operato nell’illegalità con le aperture domenicali…
“Non è un argomento di mia competenza. Però se ci sono delle leggi vanno applicate. Ci sono le scelte politiche, come quella in Olanda dove hanno deciso di tollerare la marijuana, ma a quel punto allora a cosa servono le leggi? In caso si possono abrogare o cambiare, ma fino a quel momento si devono applicare”.

L’Olanda però ha ceduto alle pressioni dell’Unione Europea se non sbaglio…
“Il problema in Olanda è lo stesso che abbiamo avuto noi con quello che lei chiama turismo. Persone provenienti da ogni luogo d’Europa solo per rifornirsi. I coffeeshop non sono solo presenti ad Amsterdam. Gli abitanti dei paesi limitrofi si recano in quelli presenti sulla fascia di confine a fare acquisti e poi rientrano a casa loro, come i belgi o i danesi per esempio. Ma non è solo per questo che il governo dei Paesi Bassi vuole far applicare la legge, infatti si sono accorti che i costi sociali con il passare degli anni sono saliti alle stelle”.

Lei crede che il consumo di canapa porti automaticamente le persone a consumare droghe più pesanti?
“Non c’è nessuna prova scientifica di questo e neanche un collegamento diretto. Ma per esperienza personale mia e dei mie colleghi le posso dire che di quelle persone finite a consumare cocaina o eroina, non ce n’è una che non  abbia cominciato con la marijuana. Diciamo che la marijuana è una droga d’accesso che, come tutte le sostanze, attiva quei centri che ti richiamano al piacere”.

Secondo lei allora perché ci sono dei medici completamente a favore della legalizzazione?    
“Credo che la serietà di alcuni medici bisognerebbe verificarla. Detto questo ce ne sono tanti altri che la pensano ben diversamente. La legge svizzera prevede che per i malati terminali si possa prescrivere la marijuana, ma non mi risulta che siano molti quelli che ne usufruiscano, anzi”.

Cosa ne pensa della richiesta della città di Zurigo di avviare uno studio sulla depenalizzazione della canapa?
“Non è la prima volta che si cerca di far entrare dalla finestra quello che non si è riuscito a far entrare dalla porta. Il popolo si è espresso in maniera netta sulla questione. Però a scadenze regolari arrivano queste proposte che sono solo degli alibi. Preferisco allora che si dica chiaramente “liberalizziamo tutte le droghe” e poi lasciamo che a decidere siano i cittadini”.

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