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Il socialista giurassiano Jean-Claude Rennwald l'aveva proposta nel 2007: "Ma il sistema resta troppo forte. E in Svizzera non si può parlare di certe cose"
BERNA – Una settimana lavorativa di soli 4 giorni, con un numero massimo di ore settimanali fissato a 36 e con la possibilità di beneficiare, ogni 10 anni, di un semestre sabbatico. È quanto il consigliere nazionale giurassiano Jean-Claude Rennwald aveva proposto nel 2007 a livello federale. L’idea era stata bocciata un po’ su tutti i fronti. Ma ieri, lunedì, è stata rispolverata da alcuni media svizzero tedeschi. L’instancabile Rennwald ci sta dunque riprovando? Lo abbiamo chiesto al diretto interessato.
Rennwald, la sua ‘settimana corta’ tornerà d’attualità?
No. Allo stato attuale delle cose è impossibile. Non so perché alcuni media ne abbiano parlato in questi giorni, forse il tema è particolarmente estivo e piace a giornali come il Blick. Io mi sono rassegnato, dopo l’esito in Parlamento e dopo la risposta del Consiglio federale del 2008…
La sua resta, dunque, un’utopia?
Forse tra 10 o 15 anni se ne potrà riparlare. Il condizionale è d’obbligo, perché adesso in Svizzera, come nel resto del mondo, è l’economia a comandare. E, dal punto di vista di chi regge l’economia, nel caso in cui si concretizzasse una simile iniziativa, le perdite sarebbero importanti.
Lei ha per caso cambiato idea?
No. Io continuo a pensarla come allora. Lavorare tutti di meno per dare più lavoro a tutti. Sarebbe stata una bella ricetta anche contro la disoccupazione, senza contare la gratificazione per l’individuo nell’avere più tempo libero a disposizione. Dal punto di vista psicofisico sarebbe un toccasana.
Più recentemente anche l’idea delle sei settimane di vacanza per tutti è stata bocciata... Cosa ne pensa?
Finché in Parlamento la destra avrà la maggioranza sarà sempre così. Purtroppo si farà sempre fatica a parlare di certe cose nel nostro Paese.
Qualche tempo fa, in Ticino, la gran consigliera Nadia Ghisolfi aveva proposto qualcosa del genere per alcuni uffici statali. Anche in quel caso l’idea è stata seccamente affossata…
Inutile nasconderlo: viste le premesse attuali non c’è spazio per simili iniziative. In generale, non solo in Ticino e in Svizzera.
P.M.
Foto Keystone / AP dapd Ronald Zak
