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BERNASettore alberghiero, l'aliquota speciale divide

15.03.17 - 16:35
Settore alberghiero, l'aliquota speciale divide

BERNA - Il tasso preferenziale IVA (3,8%) di cui beneficia il settore alberghiero svizzero deve essere prorogato di 10 anni, non illimitatamente. È quanto propone oggi, con una stretta maggioranza di 13 voti a 12, la Commissione dell'economia del Consiglio nazionale. Il dossier sarà trattato dalla Camera dei cantoni durante la sessione speciale di inizio maggio.

La soluzione proposta dalla maggioranza vuole essere un compromesso fra una proroga di durata illimitata e una di tre anni, si legge in una nota dei servizi del parlamento.

Il progetto, scaturito da un'iniziativa parlamentare di Dominique de Buman (PPD/FR), proponeva inizialmente una prolungamento senza limite nel tempo. Una grossa minoranza della commissione continua a sostenere questa soluzione.

A suo avviso, è fondamentale garantire un sostegno agli alberghi, confrontati con grossi problemi. L'aliquota speciale deve essere concepita come un aiuto duraturo a un settore confrontato con la concorrenza internazionale. Con un'IVA a tasso normale gli alberghi svizzeri subirebbero un carico supplementare di 200 milioni di franchi, ciò che non sarebbe sostenibile.

Nel corso della consultazione, PBD, PPD e UDC si sono schierati a favore di una proroga illimitata, così come 15 cantoni, fra i quali Ticino e Grigioni. L'Unione svizzera dei contadini, Gastrosuisse e Hotelleriesuisse sostengono questa soluzione.

PLR e Verdi Liberali si oppongono per contro a qualsiasi proroga dopo il 2017. Il tasso speciale non consentirà di risolvere in modo duraturo i problemi del settore alberghiero. Per questi due partiti, bisogna approfittare dell'occasione per dare una nuova chance a un modello di IVA a tasso unico. Se la loro posizione non dovesse raccogliere consensi, si dicono favorevoli a una proroga di tre anni.

Questa soluzione è sostenuta da PS, sindacati e undici cantoni. Per loro, l'aliquota speciale rappresenta un trattamento privilegiato che deve essere regolarmente riesaminato e restare sotto sorveglianza politica.

Una stretta maggioranza della commissione ha quindi deciso di percorrere una via di mezzo. L'opzione di una proroga di 10 anni è stata sostenuta in consultazione dall'Unione svizzera arti e mestieri (Usam) e dal Centre patronal.

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