Lo scorso 31 gennaio il tribunale distrettuale di Arlesheim (BL) aveva giudicato il licenziamento abusivo, ritenendolo contrario all'accordo di libera circolazione delle persone fra Svizzera e UE. L'impresa però interessata aveva interposto ricorso.
Visto che oggi non è stato possibile trovare un'intesa fra le parti il procedimento va avanti: il tribunale cantonale affronterà nuovamente il tema probabilmente a inizio 2013. Stando al presidente della corte il contenzioso pone sul tappeto questioni giuridiche di difficile soluzione: non è perciò da escludere che sul tema si debba esprimere il Tribunale federale.
La vicenda, osservata con interesse anche nel resto della Svizzera, ha preso avvio nell'estate 2010, quando l'azienda aveva proposto ai suoi 120 lavoratori frontalieri un taglio del 6% delle retribuzioni a causa della forza della franco. Sei dipendenti che non avevano accettato la riduzione in busta paga erano stati licenziati: nel contempo era stato proposto loro un nuovo contratto sulla base di rimunerazioni ridotte.