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Sorpassa la colonna in bici: 1140 Franchi di multa

Per la polizia ginevrina, il suo mezzo è tale e quale a un’auto
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Sorpassa la colonna in bici: 1140 Franchi di multa
Per la polizia ginevrina, il suo mezzo è tale e quale a un’auto
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GINEVRA - È una scoppola non indifferente quella che, settimana scorsa, la polizia ginevrina ha inferto a un ciclista che si recava al lavoro percorrendo il quai du Mont-Blanc, nel centro della città di Calvino. Le autorità gli h...

GINEVRA - È una scoppola non indifferente quella che, settimana scorsa, la polizia ginevrina ha inferto a un ciclista che si recava al lavoro percorrendo il quai du Mont-Blanc, nel centro della città di Calvino. Le autorità gli hanno infatti comminato una multa di 1140 franchi. La sua colpa? Sorpassava la colonna d’auto ferme nel suo senso di marcia.

Un multa giudicata esagerata

«La sanzione è allucinante!», s’indigna con Le Matin l’informatico Alexandre Gagnaire, un pendolare abituato ai tragitti in bici fra Thonon (F) e il suo luogo di lavoro a Ginevra (circa 35 chilometri). «L’importo corrisponde al superamento della doppia linea continua di mezzeria e a una presunta messa in pericolo della vita altrui», precisa il 40enne. Quello che contesta, del resto, non è tanto l’infrazione quanto la salatissima multa (1140 franchi, appunto, di cui 500 di tasse).

«I ciclisti devono rispettare le regole come gli automobilisti»

«Non c’è più alcuna differenza fra un’auto, una moto o una bicicletta in caso d’infrazione», precisa al quotidiano romando Jean-Philippe Brandt, portavoce della polizia cantonale ginevrina. «I ciclisti devono quindi rispettare le regole come gli automobilisti», aggiunge. Ancora di più dopo l’entrata in vigore, all’inizio di quest’anno, della nuova Ordinanza sulle norme della circolazione stradale (Onc).

L’associazione per i trasporti sostenibili s’indigna

«La multa è sorprendente considerando l’infrazione commessa», si scalda il presidente dell’Associazione trasporti e ambiente ginevrina (Ate-Genève), Thomas Wenger. «La sicurezza dei pedoni è certamente importante, ma non bisogna ricadere nell’eccesso di repressione», sottolinea.   

 

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