Nella nuova legge sul laicismo presentata dal Governo ginevrino, i dipendenti statali a contatto con il pubblico non avranno il permesso di sfoggiare simboli religiosi
GINEVRA - Risale a settimana scorsa la presentazione della legge sul laicismo. Il Consiglio di Stato ginevrino ha elaborato una legge che, in sostanza, sancisce la netta divisione tra religione e Stato. "Le Matin" riferisce che i rappresentanti dello Stato, a contatto con il pubblico, devono astenersi dall'esibire simboli religiosi.
"Per noi ci saranno grandi difficoltà", ha dichiarato a "Le Matine" Michael Mutzner, segretario generale dell'Alleanza Evangelica Svizzera.
A 20 Minuten Mutzner ha spiegato che, fondamentalmente, la nuova legge è considerata dalla sua comunità in modo favorevole e necessaria, visto che la vecchia risaliva al 19esimo secolo.
Tuttavia Mutzner nutre perplessità sul divieto di portare simboli religiosi per il personale dello Stato a contatto con il pubblico, tra cui insegnanti, autisti degli autobus e infermieri. Secondo l'esponente evangelico questo punto "rappresenta un passo all'indietro e porrà problemi di interpretazione non indifferenti". "Se un insegnante porta una crocetta o un simbolo islamico come sarà interpretato? Secondo me sarà molto complicata l'interpretazione. Secondo me bisognerebbe considerare ogni singolo caso, in modo pragmatico, qualora dovessero sorgere dei problemi".
Sulla stessa linea di pensiero Emmanuel Fuchs, presidente della Chiesa protestante di Ginevra. Se da un lato ritiene che il concetto della nuova legge di per sé è condivisibile, dall'altra teme che l'interpretazione possa risultare "troppo restrittiva". "Come trattiamo il caso di una persona con tatuaggi con croci alla Beckham?".
Emmanuelle Lo Verso, portavoce del Dipartimento Sicurezza del Canton Ginevra, cerca di fare chiarezza sulle perplessità sin qui espresse: "Un impiegato dello Stato che porta in modo discreto, ma che si può intravedere, una croce sotto il vestito certamente non verrà accusato di violare la legge. Un altro caso è chi la croce la esibisce in modo intenzionale, mettendola sopra il vestito".
Il caso è molto controverso. Anche perché, come spiega il sociologo Christophe Monnot, Ginevra con questa legge segue il modello francese. "Con questa visione del laicismo si pone la neutralità attraverso l'assenza della religione". Questo principio è presente, per esempio, anche in Germania. Si ricorda il caso di qualche mese fa riguardante una studentessa di giurisprudenza di origini turche e di religione islamica alla quale è stato negato un tirocinio presso un tribunale berlinese perché portava il copricapo islamico. Il divieto era dovuto proprio per rispettare il principio di neutralità e della lacità. Un giudice che si presentasse in tribunale con il velo islamico, per esempio, che dovesse giudicare un uomo di religione ebraica perché accusato di aver ucciso un uomo di religione islamica, potrebbe essere considerato non sufficientemente al di sopra delle parti.
Monnot spiega però il modello canadese che permette, per esempio, alle insegnanti di religione islamica di portare il velo durante la lezione. "Questo per fare abituare ai bambini, sin da piccoli che la società è composta da diverse persone".